Si dice cocomero o anguria? Ecco qual è il nome corretto

È il frutto immancabile dell'estate: fresco, dolce, succoso. Ma come si chiama davvero? Ecco la risposta, e qualche altra curiosità da conoscere per gustarlo
cocomero o anguria
Maryna Iaroshenko / Getty Images

Cocomero o anguria? Come lo chiamate voi il frutto protagonista assoluto dell'estate? Ognuno usa un nome diverso, a seconda dell'abitudine, ma anche della regione di provenienza. Il motivo per cui c'è chi dice “cocomero” e chi invece preferisce “anguria”, infatti, è principalmente questo.

Cocomero o anguria: qual è il nome corretto

Il termine botanico, che deriva dal latino, è Cucumis citrullus: da qui deriva “cocomero. Ma in realtà si tratta solo della prima definizione ufficiale, perché poi in epoca bizantina attraverso l'Esarcato di Ravenna cominciò a diffondersi il termine “angurion” di derivazione greca da cui deriva ovviamente "anguria". Così sono rimasti entrambi, ma a ben vedere ciascuno in una zona diversa: “anguria” è generalmente più utilizzato nelle regioni settentrionali, “cocomero” invece nel Meridione.

Come si dice anguria in Toscana

Non è finita qui, però, perché in diverse zone dell'Italia meridionale l'anguria (o cocomero) viene chiamato anche “melone d'acqua” o solo “melone”. Talvolta in Sardegna viene anche usato il nome sardo “síndria” di derivazione spagnola. In Toscana ha una forma completamente diversa: si chiama “popone”. Volendo si potrebbe continuare con una lunga serie di curiosità linguistiche: per esempio il termine “cocomero”, con relativi vezzeggiativi, è utilizzato anche per chiamare i cetrioli. I cetrioli salentini rotondi, per esempio, sono “le cocumarelle” (o “cumbarazzi”). Tralasciando le locuzioni locali, sia chiaro che “cocomero” come “anguria” sono ritenute entrambe corrette.

Che differenza c'è tra l'anguria e il cocomero

Non c'è dunque alcuna differenza tra cocomero e anguria. È lo stesso frutto della pianta omonima della famiglia delle Cucurbitaceae, originariamente proveniente dall'Africa tropicale, ma ormai ampiamente diffusa in diverse zone del meridione d'Italia. È una pianta annuale con fusto rampicante, foglie grandi e pelose e un frutto particolarmente voluminoso nelle sue varietà più diffuse. Perché esistono migliaia di cultivar diverse di cocomeri (o angurie), alcune anche molto piccole, senza semi, frutto di incroci creati negli anni. Cambiano persino i colori: sapevate, per esempio, che esiste anche il cocomero giallo?

La storia del cocomero (o anguria)

In principio era anche un alimento sacro: i primi raccolti di cocomeri risalgono all'Antico Egitto, e in quel periodo, 5mila anni fa, venivano lasciati insieme ad altri cibi nelle tombe dei faraoni perché li sostentassero nell'aldilà. Per gli antichi Romani il cocomero era la festa: era immancabile sulla tavola di Ferragosto, festività istituita da Augusto nel 18 a.C. con cui si celebrava il riposo dopo il raccolto e che per giorni animava l'impero con giochi, musica, tavolate.

Da allora le buone abitudini non sono cambiate: il cocomero (o l'anguria) è presenza fissa sulle tavole estive. Si mangia dopo pranzo perché rinfresca, per merenda, si usa in tante preparazioni che sono tipicità regionali: pensate al gelo di melone siciliano per esempio, ma anche alla granita.

Quali sono le proprietà nutritive dell'anguria

Oltre che ricca di acqua, di vitamina C che rinforza il sistema immunitario, l'anguria è particolarmente ricca di sali minerali come fosforo, calcio e potassio che aiutano ad affrontare l'afa estiva e la spossatezza che ne consegue. Non è tra i frutti sconsigliati ai diabetici, ma in caso di eccessi può causare problemi di digestione a chi ha l'intestino delicato per via della grande quantità di acqua, ma anche dei semi che contiene. Insomma, come tutti i cibi, meglio non esagerare: le due porzioni di frutta al giorno di 100/150 grammi restano sempre un ottimo punto di riferimento.

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