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BeBeez Magazine n. 21

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FOCUS

MAGAZINE n. 21 - 24 maggio 2024
L'INTERVISTA/1 Vintiadis (36Brains), vi spiego come si combatte il deepfake EY M&A COMPASS Gianni, grandi opportunità nelle life science, ma la vera sfida è il dopo deal L'INTERVISTA/2 Andreoletti (Patrizia Infrastructure), in Italia investiti 600 mln, ma non ci fermiamo qui VENTURE CAPITAL ECCO LE CORPORATE CHE FANNO I VC
Di Giorgio (Angelini Ventures), offriamo know how e 300 mln euro di capitali pazienti

Il meglio del private capital in Italia e nel mondo

Sommario

06 Da semplici sottoscrittori di fondi di VC, le aziende medio-grandi si stanno trasformando in investitori diretti in innovazione, lanciando veicoli propri

Sempre più corporate investitori di venture. Ecco chi sono e perché

30 • Private Equity&Spac 31 • Private debt, M&A, Corporate Finance 32 • Crisi&Rilanci / NPL e altri crediti deteriorati 33 • Angels&Incubators

Venture capital/ Crowdfunding

• Real estate

• Private capital e Real estate nel mondo 36 • Greenbeez 37 • Imprese

38 • Arte&Finanza/Libri

EY M&A Compass

L'APPROFONDIMENTO

Daniela Gianni, grandi opportunità di crescita strategica nelle life sciences con l’m&a. Ma la sfida vera è dopo il deal

Marianna Vintiadis (36Brains), così si combatte il deepfake

Matteo Andreoletti (Patrizia Infrastructure), in Italia abbiamo investito circa 600 milioni ma non ci fermeremo qui

Inchiesta VENTURE CAPITAL
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L'INTERVISTA/2
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L'INTERVISTA/1
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news nel mondo

Raccolta in calo a 133 mld nel 2023 per i fondi di PE, growth e venture. Giù a 100 mld anche

gli investimenti. Lo dice Invest

Europe Leggi tutto

debt

I numeri del Report di BeBeez

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mld euro

Valore dei bond emessi nei 5 mesi 2024 per rifinanziare buyout di aziende italiane

Private debtLe Insight View di BeBeezSono almeno 14 i bond che da inizio anno a oggi sono stati collocati sul mercato per rifinanziare il debito di operazioni di buyout o m&aon protagoniste aziende italiane o fondate da italiani. Per un totale di poco più di 6 miliardi di euro, cioè tanto quanto era accaduto in tutto il 2023, quando i bond di questo tipo erano stati 17. Emerge da BeBeez Private Data, il database di BeBeez, che mostra che nella maggior parte dei casi si è trattato di operazioni che hanno ridotto il costo del debito per le società in questione, che hanno nel contempo allungato le scadenze di bond in circolazione e/o che hanno trasformato in prestiti obbligazionari precedenti linee bancarie revolving o prestiti soci e che in alcuni casi hanno anche permesso ai fondi di private equity azionisti di pagarsi ricchi dividendi. Il tutto grazie a un mercato in cui i rendimenti stanno scendendo rispetto ai massimi toccati l’anno scorso, sebbene molto più lentamente del previsto, ma che, almeno sul fronte del debito a tasso variabile, ha visto gli emittenti in grado di spuntare spread in generale più ridotti rispetto a quelli pagati sui bond in essere. Leggi tutto

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mld euro

Valore dei bond emessi in tutto il 2023 per rifinanziare buyout di aziende italiane

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Numero di bond emessi da inizio anno a questi fini

Cari lettori, a dieci anni dal lancio di BeBeez (era il marzo 2013!) e di tanti articoli accessibili a tutti gratuitamente, abbiamo deciso di fare una scelta importante che speriamo comprenderete e condividerete.

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Numero di bond emessi in tutto il 2023 a questi fini

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private

CVC da un lato e fondi di secondario dall’altro, ecco gli investitori oggi più cari a venture capital e private equity

Cari lettori,

secondari hanno chiuso fondi per oltre 10 miliardi di dollari nel 2023 e nel 2024.

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tutti i numeri di BeBeez Magazine

questo mese vorrei portare la vostra attenzione su un paio di trend di cui mi sono resa conto osservando i dati di mercato del private capital italiani e internazionali. Il primo è il tema della nostra inchiesta di copertina e cioè il peso del corporate venture capital E’ evidente a tutti che lo scorso anno l’attività di venture capital ha subito un colpo importante sia a livello di raccolta sia a livello di investimenti, ma quello che non è così chiaro è che tra gli investitori c’è una categoria particolarmente motivata, che è quella delle aziende industriali, che ormai a livello europeo rappresenta stabilmente il 13% delle fonti di raccolta di fondi di venture e che in Italia rappresenta almeno il 10%. E se questo tipo di investitori è presente sul fronte del funding, lo è perché spesso alla fine è interessato a individuare startup e scaleup che possano portare idee nuove per il loro business e quindi in ultima analisi le stesse aziende coporate possono rappresentare delle ottime controparti per l’exit dei fondi. Punto questo che sempre stato critico soprattutto in Italia. Quindi felici di aver evidenziato questo trend e di aver scoperto che nel nostro paese ci sono tanti operatori al lavoro su questo fronte.

L’altro tema è comunque legato a quello del fundraising e delle exit, anche se sul fronte del private equity. Leggendo l’ultimo Report di PitchBook dedicato al fundraising dei fondi di private capital, ho visto che il ritmo della raccolta è sostanzialmente rimasto stabile nel primo trimestre dell’anno rispetto al primo trimestre 2023 con circa 295 miliardi di dollari raccolti contro 298,4 milioni, ma quello che è cambiato è il tasso di concentrazione, perché il numero di fondi raccolti nel periodo è diminuito del 45,9%: i fondi superiori al miliardo di dollari rappresentano attualmente l’81,2% dei dati di raccolta del primo trimestre 2024. L’altra cosa interessante è che, dopo i fondi di private equity, che hanno raccolto il 52,9% del totale, a catalizzare l’attenzione degli investitori sono stati i fondi di secondario con l’11,8% del totale. E questo dopo che la raccolta di fondi di secondario è stata di ben 81,7 miliardi di dollari nel 2023, in aumento del 124,5% su base annua. Diversi gestori

E questo perché il net asset value dei fondi private capital, che ammonta a quasi 10 mila miliardi di dollari a livello globale, sta invecchiando. Secondo le stime di PitchBook, infatti, il 33,5% del NAV, per un valore cioè di ben 3,2 trilioni di dollari, a fine giugno 2023 era rappresentato da partecipazioni che erano in portafoglio da almeno sette anni: una percentuale che è cresciuta in maniera sensibile dal 23% di fine 2020. Tutto ciò a seguito del fatto che il rialzo repentino e importante dei tassi di interesse ha abbassato le valutazioni e reso più complicati i disinvestimenti, riducendo quindi i flussi di rimborso agli investitori e rendendo di conseguenza più difficile la raccolta di nuovi fondi. I fondi di secondario, infatti, sono strutturati per offrire agli investitori un’uscita anticipata dai fondi in caso di necessità, ma la loro diffusione è aumentata negli ultimi tempi perché molti operatori di private equity si sono rivolti a loro come investitori in nuovi fondi, cosiddetti di continuazione, nei quali hanno trasferito singole partecipate o gruppi di partecipate acquisite tempo prima attraverso vecchi fondi, ma che si ritiene possano avere ancora strada da fare in termini di crescita e che per questo motivo si vogliono mantenere in portafoglio, dando però la possiblità a chi vuole dei vecchi investitori di uscire dall’investimento. Si tratta delle cosiddette GP-led secondary transactions. I fondi di continuazione sono passati da 14 nel 2020 a 54 nel 2021 e si sono attestati su livelli simili nel 2023. Tra i lead investor più attivi in questi fondi figurano noti acquirenti secondari come Hamilton Lane, HarbourVestPartners, Lexington Partners e Stepstone Group. Alcune operazioni di questo tipo hanno già riguardato aziende italiane. In passato, per esempio, Teamsystem e Dainese, e poi ora Multiversity e probabilmente Recordati. Tutte operazioni che di solito si intrecciano con operazioni di rifinanziamento del debito, altro trend particolarmente caldo in questi mesi e di cui parliamo nell’ultima Insight View di BeBeez

Buona lettura!

Stefania Peveraro

Direttore di BeBeez

Founder di EdiBeez srl [email protected]

BeBeez Magazine è il magazine settimanale di BeBeez, la testata giornalistica quotidiana dedicata al private capital, pubblicata da EdiBeez srl (aut. Tribunale di Milano n. 102 del 3 aprile 2013)

Sede legale corso Italia, 22 - 20122 Milano - Sede operativa, corso Venezia, 8 - 20121 Milano

Direttore responsabile Stefania Peveraro - [email protected]

Hanno collaborato a questo numero: Giuliano Castagneto, Simona Cornaggia - Progetto grafico: Luca Ballirò

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N. 21 - 24 MAGGIO 2024
BeBeez International is the new born internet site where you need to be as a private capital investor in Europe or willing to come to Europe bebeez.eu

Sempre più corporate investitori di venture. Ecco chi sono e perché

Dopo alcuni anni di apprendistato, anche come sottoscrittori di fondi, le aziende grandi ma anche quelle medie stanno entrando con sempre più decisione nell’innovation financing, già a partire dalla fase pre-seed. Ecco come si sta muovendo chi ha effettuato il grande passo, e perché

di Di Giuliano Castagneto

Ifondi italiani di venture capital nei 10 anni tra il 2013 e metà 2023 hanno raccolto 2,4 miliardi di euro di capitali dagli investitori e di questi ben 244 milioni, cioè oltre il 10%, è arrivato da aziende, che si classificano così come quarta fonte principale di fundraising, dopo i fondi di fondi di emanazione governativa come quelli gestiti da CDP Venture Capital sgr, Fondo Italiano d’Investimento sgr e le finanziarie regionali, dopo

il Fondo Europeo di Investimento (FEI) e dopo family office e privati. Meno investiti in venture capital risultano invece banche, casse di previdenza, fondazioni bancarie e assicurazioni. Emerge da uno studio condotto da Growth Capital per Italian Tech Alliance, associazione che raggruppa 136 startup, 66 investitori in venture capital e 39 consulenti di vario tipo.

Il coinvolgimento importante delle aziende italiane nel fundraising di

fondi di venture capital rientra in quello che è un trend ancora più evidente a livello europeo. Le tre principali fonti di finanziamento dei fondi di venture europei lo scorso anno sono state infatti le agenzie governative (37% sul totale di 14,2 miliardi raccolti), le aziende (13%) e i privati (10%). Emerge dal report annuale di Invest Europe, l’associazione che rappresenta i settori europei del private equity, del venture capital e delle infrastrutture e i loro inve-

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VENTURE CAPITAL

stitori, pubblicati lo scorso venerdì 10 maggio (si vedano altro articolo di BeBeez e qui l’intero report). E se un peso del 13% per gli investitori corporate sul totale e il secondo posto in classifica sembra già tanto, nella realtà l’anno prima le aziende avevano fatto ancora di più e avevano investito una cifra attorno al 27% del totale di 24 miliardi raccolti dai fondi nel 2022, classificandosi come prime fondi di funding, seguiti da family office e privati, con le agenzie governative al terzo posto. E la cosa

è ancora più interessante se si fa un confronto con quello che è accaduto per la raccolta dei più tradizionali fondi di private equity, per la quale il peso delle aziende corporate come fonte di funding lo scorso anno era limitata al 4% del totale dei 133 miliardi raccolti, contro un circa 5% dei 195 miliardi raccolti l’anno prima.

Insomma è evidente che nell’ambito degli investimenti in startup innovative, il cosiddetto innovation finan-

cing, nei primi anni dell’attuale decennio è molto aumentata l’importanza di una nuova categoria di investitori: i gruppi industriali.

Dagli esperimenti di open innovation …

Sono innumerevoli le iniziative finalizzate alla cosiddetta open

innovation e quindi a fare innovazione coinvolgendo terze parti, tendenzialmente startup che portano nuove idee, che rispondono a

Di Giorgio (Angelini Ventures): offriamo know how e 300 mln euro di capitali pazienti

Conoscenza del mercato, opportunità di collaborazione diretta e creazione di proof-of-concept. Sono queste le leve più importanti a disposizione del corporate venture capital Non ha dubbi Paolo Di Giorgio, ceo di Angelini Ventures, il fondo di venture capital dedicato a investimenti in ambito BioTech e Digital Health creato nel 2022 sotto l’impulso di Sergio Marullo di Condojanni, ceo di Angelini Industries, gruppo multibusiness attivo in ambito healthcare, largo consumo e tecnologia, che nel 2022 ha fatturato 2 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Angelini Ventures ha una potenza di fuoco di 300 milioni di euro, che ne fa il più grande veicolo italiano di corporate venturing. Il fondo ha già pianificato investimenti per 80 milioni in startup, ubicate in Europa e Nord America, che possano migliorare l’aspettativa e qualità della vita dei pazienti. La società, che ha sede a Roma, si avvale di un team di 14 professionisti distribuiti tra Roma, Milano, Torino, Londra, Singapore, Boston, Berlino, Copenaghen e Ginevra. BeBeez Magazine ha chiesto a Di Giorgio, già capo del R&D di Angelini Pharma e con alle spalle una vasta gamma di esperienze nel hiotech, dove un simile strumento può fare la differenza, soprattutto in un passaggio non facile come quello che il mercato italiano del venture capital sta attraversando.

Paolo Di Giorgio ceo di Angelini Ventures

Domanda. Quali vantaggi hanno le unità CVC nell’effettuare determinati investimenti rispetto ai “normali” fondi di venture capital?. Risposta. Uno dei principali è la capacità di mettere a sistema il know-how del gruppo che vanta un team internazionale composto da eccellenze in ambito scientifico unite a strutture operative con forti verticalità nei settori in cui operiamo. La grande esperienza e conoscenza del mercato ci permette di approcciare idee e settori nuovi o ancora in fase di sviluppo con maggior sicurezza e consapevolezza. In ambito farmaceutico, per esempio, possiamo accedere a confronti ed approfondimenti con i colleghi di Angelini Pharma per tutti quegli investimenti che riguardano la salute del cervello, ambito da sempre molto presidiato. I vantaggi non si limitano però

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DI
DEL VENTURE CAPITAL IN ITALIA DAL 2013 AL GIUGNO 2023
LA FONTI
RACCOLTA

IL PORTAFOGLIO DI ANGELINI VENTURES

Il portafoglio di Angelini Ventures

Azienda Paese

Data Attività Mln euro

Pretzel Therapeutics* Usa mar-21

Sviluppo di terapie mitocondriali nd

Argobio Francia mar-21 incubatore di startup europee dedicato alle scienze della vita 15**

Congruence Canada mar-21

GenEp* Usa mar-21

Damona Pharmaceuticals* Usa set-22

Serenis Italia ott-22

Trattamento delle malattie delle strutture proteiche nd

Trattamento dell'epilessia nd

Trattamento dei disturbi cognitivi 2,8**

Supporto psicologico online nd

Extend Italia ott-22 l polo nazionale di trasferimento tecnologico interamente dedicato al settore biofarmaceutico 4

Arclight Therapeutics Usa dic-22

Cadence Neuroscience* Usa mag-23

Freya Biosciences Danimarca dic-23

Cour Pharmaceuticals* Usa gen-24

Noctrix Health Usa gen-24

Avation Medical Usa feb-24

Nouscom Svizzera mar-24

Trattamento delle malattie neurodegenerative nd

Trattamento dell’epilessia resistente ai farmaci 6**

Ricerca clinica sulla salute femminile e riproduttiva 3

Trattamento malattie autoimmuni tramite nanotecnologia 4**

Dispositivi per il trattamento dei disturbi neurologici 4**

Dispositivi per il trattamento dell'incontinenza urinaria nd

Sviluppo di vaccini anttumorali 7

* Tramite il fondo Angelini Lumira Biosciences Fund, gestito da Lumira Venture ** mln $

call di incubatori e acceleratori su specifici settori, con la sponsorship appunto di gruppi industriali, che a volte strutturano loro stessi

al loro interno dei programmi di accelerazione. Per esempio è proprio di questi giorni l’annuncio dal parte del Gruppo Mondadori del

all’identificazione e valutazione delle opportunità di investimento, ma sono evidenti anche a valle. Le aziende in cui investiamo hanno infatti l’opportunità di entrare in un gruppo multi-business cogliendo opportunità di collaborazione, creazione di proof of concept, o eventuali acquisizioni che altrimenti necessiterebbero di grandi sforzi. Si può quindi affermare che i vantaggi non siano solo nostri, ma anche delle società in portafoglio che potrebbero prediligere un investimento da parte di un soggetto come il nostro rispetto a un normale fondo di venture capital.

D. In che misura i CVC come Angelini Ventures sono meno esposti alle fluttuazioni di tassi e mercati rispetto ai fondi venture?

R. E’ in corso una contrazione degli investimenti a livello globale che sta pesando sia sugli investitori, specialmente quelli che devono costituire nuovi fondi, sia sulle startup che devono raccogliere capitale. In tal senso è evidente che un’azienda molto orientata all’innovazione e che intenda costituire un fondo di corporate venture capital possa rappresentare un supporto concreto creando un soggetto nuovo capace di portare competenze e capitali sul mercato, specialmente nel nostro caso, con un fondo da 300 milioni di euro circa il 15% dei ricavi annuali di gruppo, rispetto ad altri player italiani ed esteri della nostra stessa industria che hanno costituito CVC, ma di dimensioni minori. Inoltre, appartenere a un gruppo familiare ci permette di mantenere una visione di lungo termine e avere pazienza nel veder maturare le giuste aziende e opportunità di investimento.

lancio di PLAI, l’acceleratore di startup con focus sull’intelligenza artificiale alle quali il gruppo offrirà un campo distintivo

D. Ma ci sono circostanze in cui per un CVC è meglio co-investire con fondo venture?

R. Se gli investimenti di un CVC non sono puramente tattici (finalizzati per esempio ad acquisizioni da parte del gruppo di cui si fa parte), bensì mossi da una visione di lungo periodo, allora la collaborazione con altri investitori, tra cui i fondi di venture capital, è sicuramente ottimale. Costruire network solidi con altri investitori esperti è il modo più efficace per accedere e costruire dealflow di qualità e al contempo portare alle aziende in cui si investirà competenze differenziate che hanno un valore complementare a quello della transizione economica. Per noi è il modello ideale perché abbiamo un mandato di largo respiro che mira a identificare e sostenere le migliori startup che avranno impatto sulla salute delle persone. Non ci limitiamo a investire nelle aree che già conosciamo per esperienza, ma siamo aperti ad ambiti anche più distanti dal nostro core business, come le soluzioni di salute digitale. In questo caso la collaborazione con investitori esperti in queste verticali è determinante. Inoltre, investiamo prevalentemente in round di Serie A e B, dove è comune la partecipazione di diversi investitori, anche internazionali, per coprire le dimensioni dei round che consideriamo. Queste aziende possono trarre vantaggio dal network di competenze e capitali, aumentando le probabilità di successo e rappresentando, al contempo, opportunità di ritorni finanziari e strategici più elevati per noi investitori.

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Foglio1 Pagina 1

di applicazione e uno sbocco industriale sia all’interno della casa editrice sia presso i partner dell’iniziativa e per il quale il gruppo media ha stanziato un impegno finanziario complessivo di circa 6 milioni di euro, da investire nel triennio 2024-2026 (si veda altro articolo di BeBeez). Così come è dei giorni scorsi l’annuncio della lista delle cinque startup vincitrici che parteciperanno al processo di accelerazione della terza edizione di HyAccelerator,

acceleratore aziendale su scala globale del gruppo Snam dedicato alle tecnologie dell’idrogeno e della decarbonizzazione, che mira a sostenere le startup e le pmi attive nel settore (si veda qui il comunicato stampa). Mentre a fine aprile le nove startup che hanno concluso il percorso della quarta call del programma di accelerazione Berkeley SkyDeck Europe-Milano, hanno incassato 1,3 milioni di euro di finanziamenti da parte del fondo collegato al progetto lan-

Terna Forward gioca 50 milioni sulla doppia transizione energetica e digitale

Lanciato alla fine del 2022 (si veda qui articolo di BeBeez), Terna Forward è il veicolo con cui l›omonimo gruppo gestore della rete elettrica nazionale intende investire 50 milioni di euro sia in startup sia in imprese anche grandi, purché ad alto potenziale innovativo e di crescita. La società gioca un ruolo cardine nella strategia di terna basata sulla doppia transizione, energetica e digitale, che è uno dei pilastri del Piano industriale 2024-2028 per il quale Terna che ha stanziato circa 2 miliardi di euro su digitalizzazione e innovazione.

Sono circa 70 i progetti di innovazione portati avanti dal gruppo guidato da Giuseppina Di Foggia. su cinque aree tecnologiche: Digital (soluzioni intelligenti per la gestione dell’energia e della potenza); Energy Tech (soluzioni innovative che utilizzano tecnologie più efficienti e green); Grid Tech (tecnologie a favore di una gestione efficace dell’infrastruttura di rete); Advanced Materials (ricerca e sviluppo di materiali ecocompatibili a ridotto impatto ambientale) e Robotics (per l’automazione dei processi).

Terna Forward è anche investitore dei comparti Energy Tech e Infra Tech del Fondo Corporate Partner I di CDP Venture Capital, comparti he hanno già effettuato sette investimenti in tecnologie digitali e sostenibili per la transizione energetica (si veda altro articolo di BeBeez).

La strategia di investimento guarda a tutte le realtà innovative in grado di accelerare la transizione energetica. Gli investimenti di Terna Forward, guidata da Massimiliano Garri, che è anche executive vice president of Innovation and Market Solutions del gruppo Terna, già responsabile Innovazione della multiutility romana Acea, sono in particolare finalizzati a soddisfare quattro esigenze: rendere le reti di trasmissione

elettrica più resilienti al fine di ridurre l’incertezza nelle forniture; massimizzare affidabilità ed efficienza della rete elettrica; ridurre al massimo i rischi legati alla manutenzione; e adottare nuove modalità di lavoro, per migliorare servizi offerti e codnizioni lavorative

Oltre alle nuove soluzioni a supporto della manutenzione e della resilienza delle infrastrutture e del sistema elettrico, Terna Forward individua le realtà più promettenti e con le tecnologie di maggiore impatto per il raggiungimento degli obiettivi della transizione energetica.

Il primo investimento diretto di Terna Forward, annunciato lo scorso marzo ed effettuato assieme a DXT Commodities (Gruppo Duferco), è stato la sottoscrizione congiunta di un round da 2,8 milioni di euro nell’italiana Wesii (si veda qui articolo di BeBeez), leader nei servizi di ispezione e telerilevamento nelle energie rinnovabili tramite droni e aerei dotati di telecamere ad alta definizione e termiche a infrarossi per l’analisi termografica degli impianti e delle infrastrutture elettriche, garantendo la massima accuratezza delle analisi tesa a identificare e localizzare eventuali anomalie.

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Massimiliano Garri, ceo di Terna Forward

ciato a fine 2021 dall’acceleratore dell’Università di Berkeley, UC Berkeley SkyDeck, insieme all’hub di innovazione italiano Cariplo Factory e al gruppo internazionale di real estate, infrastrutture e rigenerazione urbana Lendlease, con il contributo di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo (si veda altro articolo di BeBeez). Si tratta solo di tree esempi recenti, ma ce ne sarebbero davvero centinaia.

Qui invece parliamo di un’evoluzione di questo approccio di open innovation, quello che vede sempre più aziende corporate decidere di lanciare loro stesse dei veicoli di investimento di venture capital propri, in tutto simili a quelli “tradizionali”, ma con un solo sottoscrittore, appunto il gruppo “sponsor”. E’ questo il Corporate Venture Capital (CVC).

… alle iniziative di CVC più strutturate.

Ne sono un esempio Angelini Ventures, cha fa capo all’omonimo gigante del farmaceutico, Terna Forward, il fondo del gestore della rete elettrica, dedicato alla gestione efficiente dell’energia, e A2A 360 Life, che per conto della multiutility lombarda punta sulle nuove tecnologie ecosostenibili. Ma c’è anche chi preferisce investire attraverso fondi venture capital. Il riferimento in questo ambito è il

Tinexta, 5 milioni su cybersecurity e digital trust

Valerio Zappalà, Group Chief M&A and Integration, Sales and marketing officer di Tinexta

Tinexta, leader in Italia nel mercato dell’IT, quotato a Piazza Affari, a partire dal 2019 ha effettuato tra 4 e 5 acquisizioni l’anno, che hanno consentito al gruppo di accrescere il fatturato anche per linee esterne. Si è trattato di aziende già ben avviate, quindi di m&a. Ma il gruppo guidato da Pier Andrea Chevallard ha deciso di puntare forte sull›innovazione. E’ di queste settimane la costituzione di un gruppo di lavoro che abbraccia le varie business unit di Tinexta, dedicato alla gestione delle opportunità legate all’ AI. L’iniziativa si accompagna al lancio di una piattaforma interna che consentirà a ciascun dipendente di segnalare possibili aree di sviluppo innovative in cui investire, anche per acquisizioni. In ultimo, ma non per importanza, sta per avere il primo concreto sviluppo la decisione, presa a luglio del 2023, di entrare nel Corporate Venture Capital con lancio di Open-T, joint venture paritetica con Digital Magics, oggi Zest dopo la fusione di quest’ultima con LVenture (si veda qui il comunicato stampa di allora)

E’ infatti in dirittura d’arrivo il primo investimento della jv in una startup innovativa, atteso per l’inizio di giugno. Per ora niente nomi in quanto la procedura non è ancora completata, ma comunque si tratterebbe di “un’azienda che sviluppa sistemi per l’ottimizzazione dell’Inernet of Things” anticipa Valerio Zappalà, che presiede a tutta l’attività di m&a del gruppo, anche gli investimenti in startup che tuttavia proprio in questi giorni sono stati presi in carico dal nuovo Chief Innovation Officer del gruppo, ovvero Marco Ramilli, esperto di intelligenza artificiale e cybersecurity nonché fondatore di Yoroi Di quest’ultima società Tinxeta aveva acquisito il 60% nell’ottobre 2020 insieme alla maggioranza di Corvallis e di Swascan (si veda altro articolo di BeBeez) e lo scorso aprile ha esercitato le sue opzioni call ed è salita al 100% di tutte e tre le società (si veda qui il comunicato stampa).

Tinexta già da due anni è nel mondo dell’innovation financing, avendo sottoscritto una quota nel fondo Primo Digital, lanciati da Primo Ventures nel 2022(si veda altro articolo di BeBeez). Ma Open-T, che vede Tinexta soprattutto nel ruolo di investitore e Zest in quello di investment advisor, si pone su un piano diverso. Spiega Zappalà: “Abbiamo investito in Primo Digital per entrare nel mondo delle startup innovative e cominciare a fare esperienza in questo settore e anche avere visibilità su possibili investimenti anche all’estero. Open-T tuttavia è focalizzata su aziende ancora in pre-seed o appena uscite dal proof of concept, quindi stadi precedenti quello in cui si focalizza Primo Digital, e che avremmo molta difficoltà a seguire e incubare, cosa che invece Zest ha dimostrato di fare molto bene, considerato che finora il loro tasso di successo è il 30%”. Tinexta ha in programma di investire 5 milioni nell’arco di cinque tre anni in una decina di queste aziende, ovviamente della cybersecurity e della digital economy, con investimento unitario iniziale di 250 mila euro entro i primi tre anni ed eventuali follow on da 750 mila nel biennio successivo. Anche Zest investirà, con cifre e pesi inferiori.

Ma cosa succederà al momento dell’exit? “Le startup che si dovessero sviluppare in modo non coerente con gli obiettivi del gruppo verranno cedute a investitori terzi. Se al contrario dovessero rivelarsi funzionali, Tinexta avrà la priorità sull’acquisizione, assorbendole in seguito”, conclude Zappalà

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fondo Corporate Partners I di Cdp Venture Capital, in Italia il primo canalizzatore di risorse di aziende corporate verso l’innovazione, che dal lancio avvenuto nel 2021 (si veda qui articolo di BeBeez) ha visto i principali gruppi italiani investire oltre 300 milioni di euro nelle quattro aree di intervento previste,

Sisti

(Rucellai

e sta marciando verso l’obiettivo finale di una raccolta di 400 milioni.

Dal canto suo Tinexta, gruppo leader dell’informatica quotato a Piazza Affari, ha investito nei veicoli gestiti da Primo Ventures, guidata da Gianluca Dettori, proprio come ha fatto anche il gruppo

& Raffaelli),

vincente il tandem fondo di venture-CVC, ma è essenziale

l’allineamento degli interessi

Il corporate venture capital non solo sta crescendo, soprattutto nelle life science e nell’energia, ma ha grandi potenzialità in Italia. Anche e soprattutto se affiancato negli investimenti da fondi di venture capital. Non ha dubbi in proposito Enrico Sisti, partner dello studio Rucellai & Raffaelli, tra gli advisor legali di riferimento nell’innovation finance, forte di un’esperienza che lo ha portato a conoscere diversi mercati del venture capital sia in Europa sia oltreoceano, America Latina compresa. Tuttavia “queste potenzialità per essere sfruttate al meglio richiedono una chiara consapevolezza delle peculiarità di questi investitori”.

Il primo passo è capire cosa è esattamente un corporate venture capital (CVC). Spiega Sisti: “Non è il dipartimento m&a, presente in tante aziende, funzionale al corporate development. Una startup all’inizio brucia cassa, anche per diversi anni. L’investimento va gestito da chi ha esperienza di queste dinamiche” spiega Sisti. Ciò premesso, “va tenuto conto della natura ibrida del CVC. Le aziende investono in venture capital per motivi che possono essere sia finanziari sia tecnologici e/o strategici. Nel primo caso prevale l’interesse a un’esposizione su una certa tecnologia o settore, nel secondo fa premio il bisogno di accedere a nuove tecnologie. In quest’ultimo caso la finalità dell’investimento può esulare dal massimo rendimento. Per cui è della massima importanza capire i loro obiettivi caso per caso, sia che investano in fondi al pari di altri sottoscrittori, sia che co-investano in startup con dei fondi venture capital”.

Quest’ultimo punto può rivelarsi cruciale. Da un recente studio riservato svolto da McKinsey sul corporate venture capital internazionale è emerso che proprio il binomio formato da un veicolo di CVC e un fondo è in grado di esprimere al meglio il potenziale di un›azienda innovativa. «Ciò si spiega con la sinergia

Enrico Sisti, partner dello studio Rucellai & Raffaelli

che può nascere tra i due investitori. Il fondo in termini di gestione, il gruppo come relazioni e capacità di analisi». Ma perché questa sinergia possa essere efficace, gli interessi di fondo e corporate devono essere allineati, in modo tale che non sorgano problemi soprattutto al momento dell›exit dall›investimento. «Questa è una potenziale fonte di problemi. Può accadere per esempio che il gruppo voglia acquisire la startup, ma a un prezzo incompatibile con gli obiettivi di rendimento del fondo. Occorre quindi che ci siano accordi ben chiari, anche a livello di governance, tra le due parti», sottolinea il partner di Rucellai & Raffaelli.

Sotto questo profilo non è ancora possibile ricavare delle best o established practice sul mercato. Anche per questo è in corso uno studio promosso da Italian Tech Alliance e coordinato da Growth Capital e dallo stesso Sisti, finalizzato anche a rendere più leggibile questa modalità di investimento, “che rappresenta uno dei necessari componenti (assieme al principale, il venture capital, ai fondi pubblici e ai business angels) della finanza di innovazione”, conclude Sisti.

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Gianluca Dettori, the Chairman and General Partner at Primo Ventures

assicurativo Reale, holding di controllo di Reale Mutua Assicurazioni. Tuttavia quest’ultima ha anche investito direttamente in nove startup, mentre Tinexta ha costituito una jv paritetica con Zest, la nuova realtà nata dalla fusione tra Digital Magics e LVenture (si veda qui articolo di BeBeez) per investire in 10 startup in fase pre-seed.

Ma perché il CVC?

Ma cosa c’è dietro questa fame di innovation finance delle aziende, che richiede anche team specializzati con relativi costi? “I gruppi industriali sono molto interessati a investire in startup innovative in quanto vi scorgono opportunità di accedere e/o sviluppare nuove tecnologie o anche nuovi prodotti e servizi che non avevano ancora considerato.

Un esempio in tal senso è Cisco Systems, molto cresciuta grazie anche a queste operazioni”, spiega Dettori di Primo Ventures.

Gli fa eco Pier Andrea Chevallard, ceo di Tinexta: “In aree, come l’intelligenza artificiale, che si stanno rivelando di importanza pervasiva, cerchiamo di investire su startup che possano apportare del valore aggiunto a tutte le nostre business unit”.

Scende più nel dettaglio Andrea Birolo, responsabile del corporate venture capital di Reale Group: “Scopo del CVC è accelerare la trasformazione delle aziende, non solo in senso digitale, ma soprattutto per avere esposizione ai business e ai modus operandi emergenti. Nel nostro caso anche

Andrea Birolo, responsabile del corporate venture capital di Reale Group

per capirne le ricadute a livello assicurativo”. Di conseguenza i suoi interventi nelle startup vanno dal fintech (MoneyMour, poi acquisita dalla svedese Klarna) a modelli assicurativi digitali (viteSicure), alla consegna a domicilio di farmaci (Pharmecure), fino all’agritech e

Il CVC fondo multi-comparto di CDP Venture Capital sgr già a quota 15 aziende e oltre 300 mln euro di dotazione

Ha superato i 300 milioni di euro e investito già in 15 aziende il Fondo Corporate Partners I di CDP Venture Capital sgr, il fondo multi-comparto che sostiene startup e innovazione in settori strategici per le aziende corporate, lanciato nel settembre 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Il fondo è ancora in raccolta e punta a un target finale di 400 milioni, cioè 100 milione per ciascuno dei suoi quattro comparti.

Si tratta di un veicolo di corporate venture capital che, come il nome suggerisce, mira a coinvolgere le principali aziende italiane negli investimenti in startup e pmi innovative italiane appartenenti ai settori più strategici per il Paese.

Il comparto EnergyTech, focalizzato sulla transizione energetica, guidato dal senior partner Marino Giocondi, è l’unico comparto ad aver già raggiunto il target dei 100 milioni. Il comparto aveva annunciato il primo closing a 80 milioni di euro nel luglio 2022, grazie agli impegni di Baker Hughes, Edison, Snam e Italgas (si veda altro articolo di BeBeez), a cui poi nel febbraio 2023 si è aggiunta Terna Forward come nuovo investitore, portando appunto la raccolta del comparto a 100 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).

Terna Forward ha investito, sempre a febbraio 2023, anche nel comparto InfraTech, specializzato sui processi di progettazione, pianificazione, monitoraggio e gestione di cantieri e infrastrutture, guidato dal partner Matteo Pozzi. L’investimento di Terna Forward ha permesso quindi al comparto di divenire operativo (si

veda altro articolo di BeBeez). Il comparto ha poi ottenuto altri 10 milioni di euro di impegni nell’aprile 2023 da Ferrovie dello Stato (si veda altro articolo di BeBeez) e infine nel settembre 2023 ha ricevuto anche un impegno da 10 milioni di euro da parte di FNM spa, gruppo quotato a Piazza Affari, che controlla tra l’altro al 50% le ferrovie Trenord ed è controllato al 57,57% da Regione Lombardia e partecipato al 14,74% da Trenitalia (si veda altro articolo di BeBeez)

C’è poi il comparto IndustryTech, orientato alla ricerca di soluzioni legate a nuove tecnologie nel settore manifatturiero, per la produzione e l’automazione industriale nei campi della robotica, stampa 3d, Internet of Things, applicazioni di nuovi software e hardware per la gestione e il controllo dei processi o soluzioni per la sicurezza degli operatori tramite realtà virtuale e aumentata. Guidato dal partner Enrico Fili, nel settembre 2021 aveva comunicato il primo closing della raccolta a 57 milioni di euro, grazie a impegni di gruppi industriali del calibro di Adler, Bolton, Camozzi e Marcegaglia (si veda altro articolo di BeBeez). Successivamente nel febbraio 2023 ha visto l’ingresso di Newlat Food come nuovo investitore con un investimento di 10 milioni, che ha portato la raccolta del comparto attorno a 70 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).

Infine c’è il comparto ServiceTech, specializzato nella transizione digitale delle aziende nell’ambito dei servizi, guidato dalla partner Laura Scaramella, che ha annunciato il primo closing a giugno 2022 a quota 60 milioni di euro, grazie agli impegni raccolti da BNL BNP Paribas e GPI (si veda altro articolo di BeBeez).

IndustryTech 70 robotica, applicazioni del big data, stampa 3d e iot, vir tual & augmented reality

Adler, Bolton, Camozzi e Marcegaglia, Newlat Food

Phononic Vibes, hlpy, Zerynth HT Material Science, Caracol Tau Group

Service Tech 60 pagamenti, corporate finance, microassicurazioni, cybersecurity, legaltech, regtech, BNL BNP Paribas GPI Shop Circle, Prestatech

Infratech 75 monitoraggio e manutenzione infrastrutture tramite droni, sensori iot, satelliti, ai, riconoscimento immagini, analisi dei dati, SaaS

Energytech 105 efficienza energetica, mobilità sostenibile, vettori alternatvi, gestione della distribuzione e accumulo di energia, gestione delle emissioni

Fonte: CDP Venture Capital sgr

Ferrovie dello Stato, Ferrovie Nord Terna Forwad

Isaac, CAEmate

Baked Hudges, Edison, Italgas, Snam, Terna Forward

Up2you, Zaphiro Technologies, Ekona Power Inc, Tau Group, Daze

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INVESTITORI E PORTAFOGLIO DEL FONDO CORPORATE PARTNERS 1 DI. CDP VENTURE CAPITAL SGR Investitori e portafoglio del fondo Corporate Partners 1 di. CDP Venture Capital sgr Compar ti Impegni raccolti (mln euro) Focus di investimento
Aziende in por
Investitori
tafoglio

alla nuova mobilità. “Investimenti fatti non su nostra iniziativa, ma dopo aver analizzato le esigenze delle varie divisioni del gruppo” aggiunge Birolo.

Continua Dettori: “Il peso delle aziende come investitori in venture capital è progressivamente aumentato di pari passo con l’aumento di importanza del mercato delle startup, anche perché le risorse investite dalle aziende nelle startup e nei fondi di venture godono di sgravi fiscali”.

Eppure, come nel caso di Tinexta e Reale Group, l’investimento nel fondo Primo Digital è stato vissuto come un passaggio intermedio verso forme più dirette di coinvolgimento. “Lo abbiamo fatto per farci le ossa”, dicono all’unisono dai due gruppi. “Il livello di esposizione all’innovation finance dipende dalla propensione al rischio di ciascuna azienda. Forme di investimento più segregate, per

il tramite di fondi terzi, permettono di attutire l’impatto negativo di eventuali insuccessi, soprattutto quando non si ha esperienza di startup” spiega Birolo. Parole che lasciano supporre un aumento del peso del corporate venturing sul totale del mercato. Cosa che sono in parecchi ad augurarsi.

Negli ultimi 18 mesi in Italia il venture capital “tradizionale” ha infatti incontrato difficoltà crescenti soprattutto sul versante degli investimenti. Basti pensare che gli investimenti in startup e scaleup tricolori sono calati del 40%, a 1,5 miliardi di euro, contro i 2,5 miliardi del 2022, peraltro un dato record (si veda qui il Report di BeBeez sul venture capital 2023, disponibile agli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data)

Il motivo principale è stato il repentino e consistente aumento dei rendimenti di mercato, a seguito della fiammata inflazionistica inne-

scata dalla ripresa post-Covid e dalla guerra in Ucraina. L’ascesa del tasso euribor e dei rendimenti dei titoli di Stato a livelli nell’intorno del 5% ha reso molto complicato per i fondi specializzati nei private asset, e in special modo in venture capital, offrire un profilo rischiorendimento competitivo con quanto offre già il debito pubblico ai sottoscrittori, già alle prese con il “denominator effect”, ovvero l’eccessivo peso in portafoglio delle attività non quotate causato dal generalizzato calo dei mercati a cavallo tra il 2022 e il 2023. Questo non solo in Italia ma in tutta Europa, dove lo scorso anno gli investimenti si sono quasi dimezzati, da 104 a 57 miliardi di euro.

Un’avversione al rischio che non sembra essersi attenuata, come conferma il grande peso degli investimenti seed e pre-seed sul numero totale di operazioni effettuate nel primo trimestre del 2024, stando a quanto riporta Report

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sul venture capital italiano per il primo trimestre 2024, stilato sempre da Growth Capital per l’Italian Tech Alliance. Se è vero infatti che l’ammontare complessivo di risorse è stato di 443 milioni di euro, contro i 389 dell’ultimo trimestre del 2023 (si veda altro articolo di BeBeez), è anche vero che ben 245 milioni sono stati assorbiti da due megaround, quello di Bending Spoons da 144 milioni dello scorso febbraio (si veda qui articolo di BeBeez) e quello di Micro Medical Instruments da 101 milioni (si veda qui articolo di BeBeez). Tuttavia le operazioni seed e pre-seed sono state 75, non meno del 70% del totale, dividendosi circa 53 milioni di euro, per un importo medio di circa 700 mila euro (si veda qui il report). Si tratta tuttavia di operazioni in cui i primi attori sono soprattutto i business angel, investitori/impren-

ditori abituati ad analizzare decine di business ideas all’anno, oppure i fondi dedicati al tech transfer, cioè al trasferimento di una tecnologia dalle aule di un ateneo al tessuto produttivo. In queste fasi oggetto dell’investimento è il potenziale di un’idea o di un’applicazione tecnologica, in un ambiente quasi isolato rispetto al contesto economico generale. Nello stesso periodo sono state invece solo 13, per un importo medio di circa 5 milioni, le operazioni serie A, cioè quelle che finanziano con diversi milioni di euro aziende già uscite dallo stadio embrionale, avendo dimostrato di proporre al mercato qualcosa di valido, terreno di caccia dei classici fondi venture

Cifre che, se non testimoniano una crisi, certamente dipingono una situazione difficile, tale da indur-

Silvestri (A2A Venture Capital), fare i limited partner non ci interessa

Il programma di Corporate Venture Capital di A2A è nato nel 2019 con l’obiettivo di sviluppare know-how, intercettare e investire in nuove tecnologie e soluzioni innovative a supporto della strategia del gruppo i cui pilastri sono la transizione energetica e l’economia circolare in linea con il piano industriale al 2035 (si veda altro articolo di BeBeez). Il gruppo ha stanziato a questo scopo sinora circa 40 milioni di euro suddivisi fra un fondo dedicato, A2A 360LIFE, gestito in collaborazione con 360 Capital, che ha sinora investito in 8 aziende, e altre iniziative di investimento nei fondi di technology transfer Poli360, gestito sempre da 360 Capital; Tech4Planet, gestito da CDP Venture Capital sgr; ed Eureka! Fund I, gestito da Eureka! Ventures sgr

Spiega a BeBeez Magazine Sebastiano Silvestri, Corporate Venture Capital Lead di A2A: “Il nostro è un modello di investimento ibrido che prevede sia un

fondo dedicato con A2A come unico investitore sia l’intermediazione di fondi terzi, che ci consente di ottimizzare il nostro rapporto con la società investita, sotto diversi aspetti. Ci sono casi in cui il gruppo ha maggiori difficoltà a relazionarsi con una startup nello stesso modo con cui lo fa un fondo di venture capital. Anche quando si investe, succede a volte che i tempi di attuazione di un round non siano compatibili con le procedure previste in un gruppo articolato come A2A. In questi casi si preferisce che sia il fondo ad agire, comunque senza far mancare qualsiasi contributo del gruppo alla buona riuscita dell’investimento. In ogni caso, non ci interessa fare il semplice Limited Partner”

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Sebastiano Slvestri Corporate Venture Capital Lead di A2A

re Francesco Cerruti, direttore generale di Italian Tech Alliance, a definire notizia dell’anno “il piano pluriennale di CDP Venture Capital sgr, che prevede risorse in gestione per 8 miliardi entro il 2028 (di cui uno sull’intelligenza artificiale, si veda qui articolo di BeBeez, ndr). Particolare interessante, CDP Venture Capital, che come detto ha lanciato un fondo dedicato proprio al corporate venturing, cioè Corporate Partners I, dallo scorso novembre è guidata da Agostino Scornajenchi, che fino a quel momento era il direttore finanziario di Terna, ed è ancora presidente dell’associazione italiana dei cfo, l’Andaf.

Chiaro che in tale contesto è più che benvenuta per le startup una nuova categoria di investitori, non vincolati dagli andamenti dei

Società Paese Data

Investimento Attività

Francesco Cerruti direttore generale di Italian Tech Alliance

mercati finanziari, soprattutto per chi investe direttamente, senza passare per veicoli appositi, anche captive. “Un ulteriore vantaggio dell’investimento diretto nelle startup, senza predisporre un fondo, è il non avere vincoli sul ciclo degli investimenti, che richiede anche

GreyParrot Regno Unito ago-20 Computer vision BeBeez

Pallon (ex Hades) Svizzera set-20 Sistemi di monitoraggio delle reti fognarie BeBeez

Siteflow Francia set-20 Sistemi digitali per manutenzione impianti BeBeez

Circular Materials Italia set-20 Recupero dei metalli dagli scarichi industriali BeBeez

Energy Dome Italia nov-21 Stoccaggio energia da fonti rinnovabili BeBeez

Beem Energy Francia nov-21 Pannelli fotovoltaici plug & play BeBeez

Enspired Austria nov-21 Software AI di energy trading as a service BeBeez

Sinergy Flow Italia nov-22 Batterie innovative ad alta efficienza BeBeez

*L'elenco non include le società investite dai fondi di cui A2A è Limited Partner

E continua Silvestri: “Questo modello permette ad A2A di intercettare tecnologie innovative che non si limitano ai settori dei business in cui opera il gruppo. Per esempio, è accaduto che alcune startup investite dai fondi in cui partecipiamo come limited partner, ma meno vicine al nostro core business, abbiano sviluppato tecnologie che poi A2A ha applicato concretamente al suo interno”.

Il gruppo è attivo nei settori della transizione energetica e dell’economia circolare, e tramite il programma di CVC sta lavorando su tecnologie come la conversione dell’energia elettrica in calore ad altissima

Articolo BeBeez BeBeez BeBeez BeBeez BeBeez BeBeez BeBeez BeBeez

temperatura, necessaria alla decarbonizzazione di acciaierie e cementifici. Ma è anche interessato a intercettare tecnologie applicabili a comparti nuovi, come il riciclo delle batterie o quello dei tessuti, “soprattutto l’estrazione di fibre di origine plastica dagli indumenti smessi”.

Tuttavia, A2A si tiene le mani del tutto libere circa il destino delle società investite, direttamente o no: “Ovviamente non sottoscriviamo clausole di prelazione o altri tipi di privilegio in caso di exit. Sarà poi la divisione m&a di gruppo a valutare l’opportunità” aggiunge Silvestri.

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IL PORTAFOGLIO DI A2A 360 LIFE I*
Il portafoglio di A2A 360 LIFE I*
Foglio1
Articolo

un successivo round di raccolta”, aggiunge Birolo di Reale Group.

Tra l’altro è proprio nelle prime fasi di decollo di un’azienda, subito successive all’incubazione, che il corporate venture capital dà maggiormente il proprio apporto. Spiega Cerruti: “Una volta che una startup è uscita dall’incubazione e ha dimostrato la validità della sua proposta, quindi comincia ad avere un track record, per un gruppo industriale è più facile capire se quella realtà può aprire nuove prospettive e quindi vale la pena investirci”. Lo conferma la recente esperienza di Angelini Ventures, che con una potenza di fuoco di 300 milioni, è oggi il principale corporate venture capitalist italiano. Specializzato nell’healthcare e biotech, il veicolo guidato da Paolo Di Giorgio nel novembre dello scorso anno ha investito 3 milioni in Nextsense, startup che sviluppa tecnologie innovative per la lotta alle infezioni (si veda qui articolo di BeBeez), dopo che nella stessa azienda aveva già investito, circa un anno e mezzo prima, Ulixes Capital Partners.

Altro esempio è Saxa Gres, che ha sviluppato un metodo per produrre piastrelle in gres dalle ceneri dei termovalorizzatori, di cui A2A ha acquisito il 28% sottoscrivendo un aumento di capitale nel 2021 (si veda qui articolo di BeBeez) dopo che il fondo Flexagon Capital Solutions via aveva investito 15 milioni già nel 2015.

Cifre piuttosto rilevanti, quindi, che si spiegano soprattutto con la motivazione. “Un corporate venture capital può essere molto competitivo rispetto a un fondo, perché consapevole dei vantaggi che il gruppo di appartenenza può trarre dalla tecnologia in cui si investe, spiega Sebastiano Silvestri, Corporate Venture Capital Lead di A2A. Oltretutto, un’azienda che ha stanziato qualche decina di milioni per investimento in venture capital non ha sottoscrittori con cui confrontarsi di continuo, soprattutto non ha orizzonti temporali pre-

stabiliti entro i quali completare il ciclo dell’investimento. Una forma di capitale paziente, molto adatta allo sviluppo di tecnologie molto innovative, come il riciclaggio dei tessuti, naturali e non, nel caso di A2A.

I vantaggi possono essere notevoli anche per gli stessi fondi venture capital. Anzi c’è chi accoglie con molto favore la crescita degli investitori industriali. Un esempio è Antonio Falcone, vicepresidente esecutivo di Utopia, una SiS (società d’investimento semplice) specializzata nelle life science e biotech, da lui fondata e promossa assieme alla Fondazione Golinelli (la famiglia dei fondatori del gruppo Alfasigma), e la Fondazione di Sardegna. Spiega Falcone: “In settori complessi come quello in cui investiamo è fondamentale avere anche investitori competenti con

Antonio Falcone, vicepresidente esecutivo di Utopia

cui condividere le analisi di settore e di tecnologia così da capire in anticipo i fattori alla base della creazione di valore, quindi, ad esempio, se una startup che ha ideato una nuova terapia è in grado di completare l’iter di certificazione, oppure se uno strumento di alta

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diagnostica può essere utilizzato dai laboratori di ricerca invece che da quelli di analisi clinica, cosa che fa una grande differenza per i margini e quindi per la valutazione”. In altri termini, avere come co-investitore un gruppo di riferimento può fare la differenza, soprattutto se si tratta di un gruppo estero.

“Sono molto più avanti su questa strada rispetto all’Italia”, riconosce Falcone (per un approfondimento sugli investimenti nel settore lifescience, si veda altro articolo di BeBeez).

Tuttavia questa nuova figura di investitore, proprio perché di natura non strettamente finanziaria, presenta delle particolarità non facili da gestire, come sottolinea anche Enrico Sisti, partner dello studio Rucellai & Raffaelli e che non consentono di guardare alle corporate come a una panacea a tutti i problemi di raccolta che tante startup stanno incontrando. E’ infatti importante minimizzare i possibili conflitti di interesse.

“Può succedere, in caso di exit,

che un investitore corporate che co-investe con un fondo, avendo una sua agenda industriale, ponga in essere condizioni particolari che possono andare a scapito della massima valorizzazione della società investita”, afferma Dettori di Primo Venture. “In questo caso è fondamentale stabilire delle chiare regole d’ingaggio. Una prelazione può rientrare in una pratica corretta di mercato, se chi l’esercita è disposto a riconoscere la giusta valutazione di mercato, e questo va stabilito sin dall’inizio”, conclude Falcone.

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Life sciences, grandi opportunità di crescita strategica con l’m&a.

Ma la sfida vera è dopo il deal

Quinta puntata di EY M&A Compass, l’approfondimento sul mercato m&a italiano, sviluppato da EY insieme a BeBeez

Sta crescendo nel mondo l’attività di m&a nelle life sciences: gli investimenti del settore hanno infatti raggiunto i 191 miliardi di dollari a dicembre 2023, superando il totale del 2022 del 34%, il tutto spalmato su 118 operazioni, solo in lieve calo dalle 126 del 2022. E il trend è destinato a rafforzarsi, soprattutto come “conseguenza di un sempre maggiore coinvolgimento in m&a da parte dei principali attori del settore, cioè delle grandi multinazionali farmaceutiche, che puntano

a colmare il loro gap in termini di ricavi e pipeline tramite acquisizioni di società con prodotti in fase avanzata o pre-commerciale”.

Lo ha spiegato  Daniela Gianni, partner, Strategy and Transactions, EY Italia, in occasione della quinta puntata di EY M&A Compass, l’approfondimento sul mercato m&a italiano sviluppato da EY insieme a BeBeez, che ha sottolineato: “Guardando avanti al 2024, possiamo prevedere con fiducia che il rimbalzo negli investimenti in m&a nel 2023 e i positivi risultati del primo trime-

Clicca qui per vedere il video

DELLA QUINTA PUNTATA DI EY M&A COMPASS

stre 2024 sono solo l’inizio di un importante trend di m&a nel settore e l’investimento nell’innovazione una necessità strategica dei grandi operatori del mercato. La sfida, però, non sarà solo chiudere le giuste transazioni, ma avere l’esperienza per eseguirle con maestria ed estrarre il valore atteso per garantire la crescita futura”.

Tornando ai numeri, l’effervescenza del settore è dimostrata dal fatto che i grandi player del settore, quali Novo Nordisk, Merck, AstraZeneca, Amgen, AbbVie, Roche, GlaxoSmithKline, Eli Lilly, Sanofi, Novartis, Biogen e Bristol Myers Squibb abbiano siglato almeno una transazione del valore di almeno un miliardo di dollari nel 2023 e che già nel primo trimestre 2024 si siano già registrate 10 operazioni sopra al miliardo di dollari. Non solo. In alcuni casi si è trattato di operazioni colossali. Per esempio, l’acquisizione da parte di Pfizer di Seagen per 43 miliardi di dollari. A tal proposito, va

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EY M&A COMPASS EY M&A COMPASS
Daniela Gianni partner, Strategy and Transactions, EY Italia di Stefania Peveraro Da sin, Stefania Peveraro, direttore di BeBeez e Daniela Gianni, partner, Strategy and Transactions, EY Italia

In Italia questa tendenza, però, ancora non si è vista. Secondo l’ultimo report di EY sull’m&a in Italia, infatti, il settore life science ha avuto un peso soltanto del 6% nel primo trimestre dell’anno sul totale delle 294 operazioni di m&a con protagoniste aziende italiane, mentre nel primo trimestre dello scorso anno il peso era stato leggermente più alto, cioè il 7% delle 285 operazioni complessive mappate allora (si vedano altro articolo di BeBeez e qui il report di EY). E, se si considera soltanto l’attività di m&a condotta da aziende italiane all’estero, il peso di questi deal è stato del 9% sul totale di 58 nei primi tre mesi del 2024, così come nel primo trimestre dello scorso anno il peso era stato sempre del 9%, ma su un totale di 71 operazioni, il che significa che in assoluto il numero dei deal su target esteri è diminuito.

Detto questo, difficile immaginare che il nostro paese possa non cavalcare l’onda e infatti, almeno sul fronte degli investitori di private

corso dell’anno, mentre tra gennaio e fine aprile 2024 ne ha mappate già 11 su un totale di 132

Domanda. Ci fornisce qualche dato su chi sono i principali investitori in life sciences a livello globale?

Risposta. Senza dubbio gli investitori corporate hanno ripreso a dominare le classifiche delle operazioni di m&a nel settore nel 2023, con il 69% degli investimenti che sono stati condotti dalle grandi aziende farmaceutiche, rispetto al 38% del 2022. Il ritorno in azione degli operatori corporate in ambito m&a ha guidato l’aumento dimensionale medio delle transazioni (+77% in ambito biofarmaceutico nel 2023). E il primo trimestre 2024 ha confermato questo trend, con 29 transazioni, in linea con le 28 del primo trimestre 2023, così come confermato è l’interesse per il settore biofarmaceutico, il più attivo, con il 45% del volume delle transazioni.

D. Ma perché le big pharma stanno comprando così e tanto proprio ora?

Sul primo punto, le società farmaceutiche si trovano ad affrontare politiche di pricing e market-access più rigorose in aree geografiche storicamente rilevanti, poiché i sistemi sanitari stanno attuando riforme per contenere la spesa sanitaria. Negli Stati Uniti, il governo ha annunciato i primi 10 prodotti soggetti a negoziazione nell’ambito dell’Inflation Reduction Act (IRA). Nell’Unione Europea, è in discussione una proposta di legge per ridurre il periodo di esclusività da 10 a 8 anni per i nuovi farmaci che non vengono lanciati in tutti e 27 gli Stati membri entro due anni dal loro primo lancio. In Germania, il governo sta affrontando il tema dei regolamenti nazionali farmaceutici (AMNOG 2.0) con ulteriori riforme per controllare i costi dei farmaci. In Italia, è in corso la tanto attesa riorganizzazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). In Giappone e in Cina, i governi stanno perseguendo iniziative simili per ridurre i prezzi dei farmaci. Queste iniziative diffuse in tutto il mondo portano l’industria farmaceutica di fronte all’incertezza e alla prospetti-

va di una significativa pressione sul suo modello di redditività. E poi, dicevo, c’è il tema della combinazione di popolazioni che invecchiano rapidamente e di tassi di natalità in diminuzione. Ad esempio, la Svizzera, prevede un aumento del 30% della spesa pubblica sanitaria entro il 2050, guidato principalmente dalle spese per l’assistenza a lungo termine. Corea del Sud e Cina (tra gli altri) stanno già affrontando le conseguenze economiche di avere un numero minore di adulti in età lavorativa che contribuiscano a finanziare i servizi sanitari per le loro crescenti popolazioni anziane. Questi cambiamenti sottolineano l’urgente necessità di investire nella prevenzione e nelle nuove modalità per ridurre i costi futuri delle malattie.

D. Quindi, vuole dire che, date queste sfide, le big pharma si stanno attrezzando per acquisire sul mercato competenze specifiche che serviranno ad affrontarle?

R. Assolutamente sì. Le faccio un esempio molto pratico. Entro il 2028, si stima che l’intero mercato globale del life science sarà cresciuto di circa 407 miliardi di dollari, raggiungendo 1,39 trilioni di dollari; e di questa crescita, 142 miliardi di dollari (35%) proverranno dall’oncologia. Le 10 aziende leader di mercato in oncologia detenevano il 77% del mercato nel 2022, ma a parità di portafoglio, a causa dei cosiddetti revenue e pipeline gap, le proiezioni evidenziano un calo nella loro rilevanza al 60% nel 2028. Questo trend indica che i prodotti che traineranno la crescita prevista non sono attualmente all’interno del portafoglio delle aziende leader e queste ultime hanno quindi un forte incentivo ad acquisire questi asset per mantenere la loro posizione di leadership. Nel contempo, altri nuovi entranti hanno forti incentivi a cercare di acquisire una quota di mercato in ambito oncologico. Il potenziale di crescita dell’oncologia come comparto si riflette quindi negli investimenti in m&a, che non a caso hanno fortemente privilegiato quest’area terapeutica. La concorrenza per gli asset oncologici ha determinato premi più alti per le

aziende oncologiche, con una valorizzazione media di 11,9 volte i ricavi totali delle target

D. In effetti, esempi di transazioni in questo ambito sono stati l’acquisizione di Fusion e di Gracell da parte di AstraZeneca (rispettivamente per 2 miliardi e per circa un miliardo di dollari). di Harpoon da parte di Merck (per 892 milioni di dollari), E sempre nel primo trimestre è stata annunciata la fusione tra AvroBio e Tectonic, con contemporanea raccolta di nuovi fondi. Cosa si aspetta per il resto dell’anno? Ci sono particolari sottosettori dove ritiene che vedremo più interesse?

R. “Sicuramente mi aspetto che l’attività di m&a nel settore biofarmaceutico rimanga elevata per il resto del 2024. Dal lato delle target, le aziende biofarmaceutiche continueranno a cercare transazioni strategiche come mezzo per accedere a nuovi capitali e accelerare i programmi di sviluppo e, data la scarsa attrattività del mercato borsistico, le transazioni di vendita private rappresentano una valida alternativa che le grandi farmaceutiche sono ben inclini a cogliere. Sicuramente poi i trattamenti per i disturbi del sistema nervoso centrale (CNS) creeranno significative opportunità di crescita. Le nuove tecnologie in ambito tumorale produrranno infatti un corrispondente calo dei decessi a seguito di malattie oncologiche, ma corrispondentemente ci si attende invece un incremento nell’inciden-

Le grandi aziende farmaceutiche stanno utilizzando la leva dell’m&a per farsi trovare pronte rispetto a due grandi sfide secolari: le riforme del sistema sanitario e i cambiamenti demografici

za di malattie degenerative quali l’Alzheimer. Gli investimenti nelle terapie CNS continueranno e si espanderanno anche oltre gli antiamiloidi, verso vaccini e terapie con cellule staminali. L’innovazione nel trattamento delle malattie cardiovascolari si espanderà poi in nuovi ambiti. Su questo fronte quattro tendenze emergeranno o accelereranno nel 2024: un uso migliore della salute digitale e dell’IA per la prevenzione e la cura primaria; il continuo utilizzo della medicina personalizzata per offrire trattamenti personalizzati; l’identificazione di nuovi target molecolari per i farmaci, come i livelli di Lp(a) per le CVD, per rilevare la malattia in modo più precoce. Le aziende farmaceutiche continueranno a spostarsi verso terapie personalizzate con cellule e geni La medicina personalizzata, con più di 3.500 farmaci in sviluppo, rimarrà un punto focale per l’innovazione farmaceutica. Il progetto ambizioso della Germania di sfruttare il sequenziamento del genoma nell’assistenza sanitaria routinaria, l’ascesa dei vaccini mRNA e le terapie di ultima generazione che incorporano tecnologie CRISPR suggeriscono la direzione in cui si sta dirigendo il settore.”

D. Dal punto di vista dell’advisor, quali sono gli aspetti particolari di cui va tenuto conto quando si strutturano operazioni di m&a nelle life sciences?

R. “Innanzitutto la scelta della target: la chiave per il successo a lungo termine è investire in innovazioni che offrano benefici trasformativi per i pazienti. In secondo luogo, non vanno sottovalutati i costi e sovrastimate le sinergie: nell’ambito life science, il costo medio di integrazione è del 10,3% del fatturato della target, più alto rispetto a tutti gli altri settori principali. Per questo è particolarmente rilevante prestare cura e attenzione durante la due diligence agli aspetti regolatori, di conformità normativa, di qualità, nonché alla possibilità di consolidare le attività di R&S. Infine va prestata grande attenzione al programma di integrazione: l’alto tasso di crescita del settore non rende immuni dal rischio di distruzione di valore”.

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Deepfake, ecco come si combatte

L’ultimo caso eclatante ha colpito Arup, una grande azienda britannica di ingegneria che ha perso 25 mln $. Per Marianna Vintiadis, founder di 36Brains, l’unica protezione reale è predisporre regole e procedure che non possono essere aggirate o modificate

“D

ifficilissimo capire quando siamo di fronte ai cosiddetti deepfake. Per evitare problemi derivanti da frodi condotte con queste soluzioni di intelligenza artificiale ai danni delle aziende, l’unica soluzione è quella di stabilire delle procedure per i pagamenti che non possano essere forzate e che coinvolgano necessariamente più persone”. Ne è convinta Marianna Vintiadis, ex capo Sud Europa di Kroll, che a fine 2020 ha fondato 36Brains, startup milanese di intelligence privata e investigazioni (si veda altro articolo di BeBeez).

BeBeez ha chiesto un commento a caldo a Vintiadis, dopo che nei giorni scorsi il Financial Times ha rivelato il nome dell’azienda coin-

volta in quella che è una delle più grandi truffe mai messe in atto utilizzando soluzioni di intelligenza artificiale, in grado di clonare perfettamente aspetto, voce e comportamento delle persone, note come deepfake. La truffa era stata riportata dalla stampa di Hong Kong lo scorso gennaio, ma appunto sino a pochi giorni fa non era stato reso noto il nome dell’azienda truffata, che ora si sa essere stato il gruppo britannico di ingegneria Arup, che impiega circa 18.000 persone in tutto il mondo, Hong Kong compresa appunto, e ha un fatturato annuo di oltre 2 miliardi di sterline.

Arup ha perso 200 milioni di dollari di Hong Kong (25 milioni di dollari Usa) dopo che alcuni truffatori hanno contattato un membro

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del personale dell’azienda con un messaggio che sembrava provenire dal direttore finanziario britannico e che riguardava una transazione riservata. Dopo una videoconferenza a cui hanno partecipato il direttore finanziario clonato digitalmente e altri falsi dipendenti dell’azienda, il dipendente ha effettuato un totale di 15 trasferimenti su cinque conti bancari di Hong Kong, prima di scoprire che si trattava di una truffa dopo aver contattato la sede centrale del gruppo.

Vintiadis è ben ferrata in materia. Il punto di forza di 36Brains è stato sin dall’inizio la tecnologia. La startup, infatti, arricchisce le informazioni raccolte presso il suo network globale di fonti con un uso acuto del tech, garantendo risultati puntuali e abbattendo i costi. Per questo la startup è alla costante ricerca di soluzioni innovative da mettere a disposizione dei clienti che sono aziende e investitori, spesso fondi di private equity che devono condurre due diligence sulle potenziali target o controlli sulle partecipate. Ad affiancare Vintiadis in 36Brains c’è poi il socio Antonio Giuseppe Di Pietro, con un’esperienza nel settore della corporate intelligence in Asia e pioniere dell’applicazione delle innovazioni tecnologiche al settore del diritto penale d’impresa.

Domanda. Quello che è accaduto ad Arup è qualcosa di raro oppure è

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L'INTERVISTA/1
Da sin Stefania Peveraro, direttore di BeBeez, e Marianna Vintiadis, founder di 36Brains

comune ma i casi resi pubblici sono pochi?

Riposta. E’ qualcosa che sta accadendo sempre più di frequente. Ma ovviamente sono in pochi a denunciare. Se non si tratta di grosse cifre, si tende a nascondere il fatto perché potrebbe innescare altri problemi. Per esempio, in Italia qualcuno potrebbe dire che le procedure stabilite in base alla legge 231 non sono adeguate oppure potrebbero nascere problemi nei rapporti con le autorità  di vigilanza. Insomma, spesso certo veniamo contattati per indagare sull’accaduto, ma nel rispetto del segreto professionale e senza che poi ci sia una denuncia ufficiale.  Le assicuro però che le frodi di questo tipo sono tante anche e a maggior ragione in Europa e in Italia.

D. In effetti in Italia ricordo un paio di casi eclatanti. Uno di frode sventata ai danni di Lamborghini nel 2017 e un altro invece di frode andata a buon fine, per i truffatori, ai danni di Tecnimont per ben 17 milioni di euro. Ma perché dice a maggior ragione in Europa e in Italia? R. Perché, a differenza che nel mondo anglosassone, in Europa e in Ita-

lia si tende a dare più peso a quello che dice il capo rispetto a quello che dicono le regole e le procedure. Quindi se un dipendente viene preso in contropiede e si trova a dover affrontare una richiesta inaspettata e non proprio comune che proviene da un alto dirigente, tende a voler accontentare il dirigente, anche se questo significa fare uno strappo alla regola. E’ scritto che non puoi fare una certa cosa, ma se il capo ti dice di farlo, alla fine comunque la fai. In sostanza il personale delle aziende europee è più vulnerabile alle pressioni. Inoltre è ritenuto più facile, anche se nella realtà non è vero, che in Europa e in Italia un alto dirigente o addirittura l’imprenditore contattino direttamente un dipendente rispetto che nel caso di colossi industriali multinazionali. Detto questo, secondo me è inutile concentrarsi sul fatto che qualcuno avrebbe potuto o dovuto accorgersi del fake. Con le tecnologie esistenti e soprattutto visto che i truffatori ormai conducono attenti studi per raccogliere informazioni in modo che la truffa appaia assolutamente verosimile, è praticamente impossibile dire se si sta parlando via web

con persone vere o clonate, quindi le protezioni vanno cercate da un’altra parte.

D. E cioé?

R. Nella predisposizione di regole e procedure che non possono essere aggirate o modificate, anche quando il personale viene messo sotto pressione, appunto contattato da un alto dirigente che chiede di fare qualcosa che di norma non si fa. Il consiglio più banale è che vengano impostati dei limiti dimensionali alle transazioni che possono essere condotte ogni giorno. Si tratta di un vincolo che viene comunicato alla banca, quindi è la banca in automatico che ci pensa, bloccando dunque sul nascere eventuali impreviste interferenze. Così, per esempio, se a una tal data si deve fare un pagamento più grande, ci si preparerà per tempo dividendo il pagamento in due tranche, da pagarsi in due giorni diversi. E poi in aggiunta o il alternativa c’è la possibilità di richiedere per ciascuna transazione una doppia autorizzazione. Anche in questo caso si tratta di un’impostazione che viene gestita a livello di banca. Sono accorgimenti banali, che possono davvero proteggere, sebbene certo, allunghino un po’ i tempi.

D. Quante probabilità ci sono, una volta truffati, di recuperare il denaro?

R. Se la truffa è cross-border, come spesso accade, ci si può salvare in corner se ci si accorge subito di aver sbagliato. In quel caso è probabile che, visti i tempi tecnici di un bonifico internazionale, i soldi siano ancora sul conto dell’azienda e non siano stati ancora trasferiti. Ma se ci si accorge troppo tardi, la truffa internazionale è quasi impossibile da fermare. Di solito, infatti, se anche viene richiesto di fare un unico bonifico su un unico conto estero, il secondo successivo all’accredito quei soldi vengono reindirizzati su svariati altri diversi conti in paesi diversi e così via. Il modo di operare è praticamente sempre lo stesso e, dal punto di vista dei truffatori, funziona molto bene. Quei soldi non li ritrovi più.

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Marianna Vintiadis, founder di 36Brains

La scelta di Patrizia

"S

inora in Italia abbiamo investito circa 600 milioni ma non ci fermeremo certo a quella cifra”. Lo racconta a BeBeez Magazine Matteo Andreoletti, Head of Investments per le aree Europa e Nord America di Patrizia Infrastructure, la divisione dedicata agli investimenti in infrastrutture dell’ dell’asset manager tedesco Patrizia AG. E, ha anticipato il manager, che ha un passato nell’australiana Whitehelm Capital e prima ancora nel gigante connazionale Macquarie, un’attenzione particolare sarà data all’illuminazione pubblica, settore nel quale Patrizia ha in Italia partecipazioni di controllo in Ottima ad Ascoli, in Selettra in provincia di Potenza e in Atlantico a Chioggia. “Anche se non immediata, l’intenzione è quella di fondere le tre società per creare uno dei primi cinque operatori del mercato italiano”, ha detto Andreoletti, anticipando anche che un altro settore di interesse è quello della mobilità e che potrebbero aumentare anche gli investimenti sul debito legato alle infrastrutture.Nata a Monaco di Baviera nel 1984 per iniziativa di Wolfgang Egger, ragazzo prodigio dell’immobiliare che a 19 anni costruì, e vendé, la sua prima casa e a 22 trattava 100 appartamenti l’anno, Patrizia AG ha sviluppato il suo business in tutte le classiche direttrici dell’investimento in real estate, dagli uffici alla logistica, dove oggi ha in gestione circa l’85% del totale di circa 60 miliardi di euro, distribuiti in un portafoglio che abbraccia tutto il pianeta,

Un gruppo dell'illuminazione pubblica che sarà tra i primi cinque player italiani. Reti di ricarica rapida per veicoli elettrici presso le strutture di vari operatori. Riciclaggio di rifiuti urbani e teleriscaldamento. Infrastrutture di media dimensione ma ad alto potenziale di sviluppo dimensionale e tecnologico. Sono le carte che il gestore tedesco di real estate ha deciso di giocare in Italia, senza trascurare il debito. Matteo Andreoletti, responsabile investimenti Europa e Nord America, spiega il perché a BeBeez Magazine.

di Giuliano Castagneto

e dove l’Italia è ben presente con circa 900 milioni investiti a oggi.Di quei 60 miliardi, più di 9 miliardi oggi sono investiti nelle infrastrutture. Il business è cresciuto soprattutto a partire dal settembre 2021, quando Patrizia ha acquisito Whitehelm Capital, un investitore specializzato con 25 anni di esperienza in questa asset class, Patrizia nelle infrastrutture gestiva allora poco più di 1,5 miliardi di euro, ma l’ingresso nel gruppo di Whitehelm ha portato il portafoglio a 5 miliardi, e da allora è quasi raddoppiato. In tale contesto l’Italia non fa eccezione: come accennato da Andreolotti, sono circa 600 i milioni investiti sinora in questo ambito. Anzi, in termini relativi in Italia le infrastrutture hanno un peso maggiore rispetto alla media globale.Ma attenzione, Patrizia Infrastructure punta quasi esclusivamente su infrastrutture sostenibili di media dimensione, le cui stelle polari sono l’efficienza energetica e l’economia circolare, cioè ambiti in cui l’applicazione di nuove tecnologie può portare a sensibili incrementi di valore.

Domanda. Da cosa è nato questo interesse, recente, per le

infrastrutture?

Risposta. Anzitutto dalla strategia di Patrizia focalizzata sugli investimenti tematici legati ai macrotrend della decarbonizzazione, digitalizzazione, cambiamenti demografici e urbanizzazione, sia sul versante immobiliare che sulle infrastrutture. Patrizia, che prima di acquisire Whitehelm non aveva un’attività dedicata specificamente alle infrastrutture, ha visto diversi investitori allocarvi importanti risorse perché attratti dalla stabilità dei cash flow, immuni dal rischio di tasso e dall’inflazione come quelli offerti dal real estate, ma da questo decorrelati, e in secondo luogo dalla possibilità di intervenire a livello operativo sia sulle strutture che sulle società in portafoglio per accelerarne la transizione verso un assetto ecosostenibile che determina un aumento di valore.

D. In quali infrastrutture investiva Patrizia prima di Whitehelm?

R. Asset di natura spiccatamente immobiliare e spesso a carattere sociale. Per esempio, studentati in diversi paesi europei. Ma ci sono anche asset legati all’energia. Patrizia possiede in Germania il più grande sito del Paese

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L'INTERVISTA/2

dedicato allo stoccaggio di vettori energetici, liquidi e gassosi, che comprende 70 cave dove le agenzie governative di vari Paesi hanno depositato le riserve strategiche di fonti di energia. D. Cosa accomuna i due filoni, real estate e infrastrutture? R. Proprio la necessità di rendere entrambe le asset class più sostenibili. Sono sfide molto simili.

D. In quali direzioni avete finora indirizzato le vostre risorse?

R. Abbiamo investito nelle reti in fibra ottica, soprattutto negli Stati Uniti, circa il 40% dei 3 miliardi e mezzo di euro impiegati nel 2023, stipulando accordi di costruzione, gestione e manutenzione di strutture multitenant. Ma abbiamo investito, a livello globale, anche nella mobilità sostenibile e nell’economia circolare.

D. E In Italia su cosa vi siete focalizzati?

R. In Italia Whitehelm, prima di Patrizia, aveva investito già a fine 2021 acquisendo Ecotermica Servizi, che possiede alcune reti di

teleriscaldamento e cogenerazione di calore in provincia di Torino, e in seguito ci siamo allargati al biometano per autotrazione, con la Biomet, basata nel Lodigiano, che possiede un impianto di produzione di biometano da rifiuto umido conferito dalle amministrazioni comunali ed il più grande impianto di liquefazione di biocarburanti. Dal rifiuto umido siamo poi passati alla biomassa agricola. Vi abbiamo investito partendo da una base di asset ben definita e sulla base di mercati ben definiti. Abbiamo poi avviato una collaborazione con il Politecnico di Milano per studiare la possibilità di produrre idrogeno verde in sito partendo dall’acqua da rifiuto purificata, oggi restituita all’agricoltura, utilizzando per l’elettrolisi l’energia prodotta da impianti fotovoltaici.

D. Riguardo l’economia circolare? R. Abbiamo rilevato lo scorso aprile dalla famiglia Grossi il 28,3% di Greenthesis, gruppo oggi quotato a Milano che gestisce una ventina di siti industriali nel Nord e

Centro Italia dedicati alla gestione dei rifiuti e delle discariche, sulla quale poi lanceremo un’opa in borsa, che dovrebbe partire tra fine giugno e inizio luglio, finalizzata al delisting. E’ un primo step, perché l’obiettivo è l’ulteriore aggregazione tramite un buy and build di altre realtà. Ma nel frattempo Greenthesis sta lavorando a progetti di recupero del calore da alcuni impianti industriali, di cui il principale è quello dell’impianto siderurgico Tenaris di Dalmine, da reimpiegare per il riscaldamento delle abitazioni. Simili progetti sono in corso da Ecotermica Servizi per recuperare energia termica della raffineria IPLOM di Busalla, in provincia di Genova, e da alcune concerie in Toscana

D. Tuttavia nel mercato italiano delle infrastrutture energetiche o legate all’energia dovete fronteggiare una concorrenza già ben radicata, come quella di Tages e Green Arrow Capital, per esempio. Come pensate di ricavarvi una vostra nicchia?

R. In realtà ce la siamo già ricavata perché negli ultimi quattro anni abbiamo effettuato sette operazioni, e questo è stato possibile perché siamo stati in grado di scegliere le partite che siamo andati a giocare. Abbiamo cioè scelto dei comparti di nicchia dive era possibile attuare una strategia focalizzata su società e strutture di media dimensione stabilendo, tramite trattativa privata ed evitando costosi processi d’asta, partenariati con altrettanti gruppi industriali. E’ il caso di Ecotermica Servizi, controllata dai fratelli Visconti, che dal momento del nostro intervento è passata da sei ad otto impianti, con altri tre in preparazione, raddoppiando l’ebitda.

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Matteo Andreoletti, Head of Investments per le aree Europa e Nord America di Patrizia Infrastructure

Foglio1

IL PORTAFOGLIO ITALIANO DI PATRIZIA INFRASTRUCTURE

Il portafoglio italiano di Patrizia infrastructure

Data Società % del capitale Articolo

Equity

4/1/2022 Ecotermica Servizi 45% BeBeez

20/6/2022 Biomet 80% BeBeez

4/10/2022 Ottima 100% BeBeez

7/11/2022 Selettra 100% BeBeez

7/2/2024 Atlantico 85% BeBeez

5/4/2024 Greenthesis

Debito

30/11/2022

Fonte: Patrizia AG

28,3% (40% dopo opa) BeBeez

Bond Schema Alfa (veicolo per delisting Atlantia) nd BeBeez

Articolo BeBeez BeBeez BeBeez BeBeez BeBeez BeBeez BeBeez

D. Quindi una strategia simile a quella di tanti fondi di private equity.

R. Siamo in grado di fornire alle aziende partner capacità finanziarie e manageriali, ma anche opportunità di nuovi sbocchi. Parlando di economia circolare, per fare un esempio, abbiamo avviato un percorso con Greenthesis sapendo che abbiamo in portafoglio da diversi anni una società in Norvegia la cui attività è molto simile. Allo stesso modo in questi anni abbiamo creato il quinto polo italiano dell’illuminazione pubblica dopo Enel Edison, Acea ed Engie, a seguito dell’acquisto di  Ottima  ad Ascoli ,  Selettra  in provincia di Potenza e  Atlantico a Chioggia, quest’ultimo appena finalizzato. In tutto sono 360 mila punti luce distribuiti su 200 Comuni, in cui sono possibili enormi risparmi.

D. Di quale entità?

R. Mediamente del 50%, ma in alcuni casi si può arrivare al 75%, grazie all’applicazione generalizzata di nuove lampade a led, nuovi quadri elettrici, del telecontrollo e anche dell’intelligenza artificiale.

D. E come viene destinato questo margine supplementare?

R. Anzitutto a nuovi investimenti

sulla rete, che poi restano al Comune interessato una volta terminato il periodo di concessione. Quindi l’ente locale può beneficiare di un abbassamento del costo, che può variare secondo le spese in conto capitale richieste, diverse da caso a caso.

D. Pensate di aggregare queste tre realtà in un singolo gruppo che possa fare ulteriori acquisizioni?

R. Anche se non immediata, l’intenzione è effettivamente quella di fondere le tre società per creare uno dei primi cinque operatori del mercato italiano.

D. Che spazio c’è per un’ulteriore crescita in questo settore?

R. La spesa per il miglioramento dell’efficienza energetica, investimenti inclusi, secondo le previsioni del Politecnico di Milano dovrebbe raggiungere i 40 miliardi di euro nel 2030. La maggior parte soddisferà i bisogni degli edifici residenziali, ma ci sarà ovviamente molto spazio per i sistemi che coinvolgono l’amministrazione pubblica. C’è quindi una grande opportunità di crescita, anche per linee esterne.

D. Sull’Italia quanto avete previsto di investire come Patrizia Infrastructure?

R. Non c’è un’asset allocation prestabilita. Se un veicolo raggiunge il limite della sua provvista se ne impiega un altro. Sinora in Italia abbiamo investito circa 600 milioni, ma non ci fermeremo certo a quella cifra. E’ tutto molto dinamico in funzione delle opportunità.

D. E dove scorgete adesso nuove opportunità?

Pagina 1

R. Dato che effettuiamo investimenti per circa 150 milioni di euro l’anno noi non interveniamo sulle megastrutture tipo Open Fiber o ASPI in cui investono KKR o Macquarie. Ci concentriamo sull’economia locale, e in questo ambito scorgiamo grandi potenziali di miglioramento nel teleriscaldamento, grazie alla sostituzione dei combustibili fossili con biometano integrato dalle energie rinnovabili. Sulle biomasse ci stiamo interessando a quelle agricole. Ci interessa anche la gestione della C02, tecnologia che può ridurre l’impatto degli inceneritori e in cui abbiamo investito in Norvegia. Vediamo anche un potenziale nell’economia circolare.

D. In quest’ultimo comparto ci sono già due operatori piuttosto forti come Eco Eridania e Itelyum. Controllate rispettivamente dai

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private equity britannici Icon e Stirling. Che stanno attuando ciascuno una strategia di buy & build. Pensate ci sia ancora spazio per ulteriori player?

R. Loro sono attivi nei rifiuti speciali, come quelli ospedalieri. Greenthesis è specializzata nel processamento dei rifiuti urbani ed industriali e la loro valorizzazione energetica.

D. Pensate in tal senso anche a partenariati con multiutility come A2A o Iren?

R. Non lo possiamo escludere. Già collaboriamo con A2A e Edison nell’illuminazione pubblica.

D. Guardate anche ad altri settori?

R. Stiamo sviluppando iniziative nella mobilità. Abbiamo avviato una collaborazione con Tegut, la filiale tedesca di Migros, gruppo svizzero della GDO, che prevede l’installazione di 400 colonnine di

ricarica ultraveloce per autovetture elettriche nei parcheggi dei loro supermercati in Germania. Ne sono previste quattro per punto vendita. Abbiamo scelto Tegut perché si distingue per la sua offerta di prodotti bio, con una clientela dalla sensibilità verso l’ambiente superiore alla media. Inoltre, la Germania non presenta problemi di offerta di energia da fonti rinnovabili.

D. Come è strutturata l’operazione?

R. Abbiamo costituito una Opco, controllata al 100% da Patrizia, che riconosce a Tegut un diritto di superficie di durata ventennale.

D. State pensando a iniziative analoghe in Italia? Avete trattative in corso con qualche operatore?

R. Stiamo facendo degli studi e ragionamenti con alcuni operatori di diversi settori, anche della logistica.

Nel frattempo, sempre sulla mobilità, tramite il fondo Smart City dotato di 750 milioni di dollari, stiamo sviluppando reti di trasmissioni dati, indipendenti da internet, finalizzate al controllo del traffico e dei sistemi di semafori, alla rilevazione di parametri ambientali, alla sicurezza, ma stiamo ragionando anche su sistemi che consentano l’utilizzo di veicoli a guida autonoma. Sono reti che necessitano di infrastrutture nuove.

D. Voi investite anche in debito legato alle infrastrutture?

R. Si, è un’attività di nicchia, l’investimento complessivo è stato di circa un miliardo di euro, di cui poco meno di un centinaio di milioni nel debito legato al delisting di Atlantia. E’ tuttavia molto aumentato l’interesse degli investitori per via dell’innalzamento dei tassi, per cui anche lì prevedo una crescita.

Gateways to Italy

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Compro oro, Gens Aurea acquisisce GioiaPura

23.05. Gens Aurea spa, proprietaria tra gli altri del brand Orocash, leader europeo nel business del compro oro, degli outlet Luxury Zone e del brand di gioielleria Alfieri & St.John, controllata dal 2019 da Springwater Capital, ha annunciato l’acquisizione di FB srl, società proprietaria di GioiaPura. Leggi tutto

A Progressio Investimenti IV il 100% di Officine S. Giacomo 22.05. Progressio sgr, attraverso il fondo di PE Progressio Investimenti IV, ha finalizzato l’acquisizione del 100% del capitale di Officine S. Giacomo. Con sede a Vittorio Veneto (Treviso) l’azienda è protagonista di un’operazione di management buy-in che ha visto l’investimento, al fianco del fondo, di alcuni manager che entreranno per ricoprire posizioni apicali. Leggi tutto

Il 51% di Magel passa al fondo Taste of Italy 2 22.05. Nuova operazione per Taste of Italy 2, fondo di private equity specializzato nel settore agroalimentare gestito da DeA Capital Alternative Funds sgr, che ha acquisito il 59% di Magel srl dalla famiglia Borracci. Magel realizza sistemi di copertura per le coltivazioni di uva e altri frutti con il marchio Serroplast. Leggi tutto

Paini spa Rubinetterie rileva KWC Home 21.05. KWC Group, società controllata da Equistone, specializzata in progettazioni e produzione di arredi e accessori per cucine, bagni e servizi igienici, ha annunciato la vendita della divisione casa, KWC Home, allo specialista italiano di sanitari Paini spa Rubinetterie. Leggi tutto

Freni (MEF), a un passo dal foF che investirà per sviluppare le pmi

23.05. "Siamo a un passo dal fondo dei fondi che possa investire capitale pubblico e privato insieme, con apporto di equity". Lo ha detto mercoledì 22 maggio il sottosegretario all’Economia Federico Freni, in occasione del suo intervento in apertura del convegno di AssoNext, l’associazione delle società quotate e in via di quotazione sul mercato EGM, che si è tenuto a Roma a Palazzo Montecitorio. Freni ha accennato a "un contenitore che possa investire in comparti differenziati, a seconda delle necessità delle pmi italiane", che potranno investire "in modo indiretto e non in modo diretto, con l’apporto di equity". Il fondo, ha precisato ancora Freni, sarà alimentato da risorse prevenienti "da CDP e da tutti gli investitori privati che riterranno di aderire a questo contenitore". Il fondo di fondi vedrebbe quindi come investitore principale CDP al 49% e per il resto banche, assicurazioni, fondi pensione e altri investitori privati. Leggi tutto

2i Rete Gas accelera verso lo sbarco a Piazza Affari

09.05. 2i Rete Gas, il secondo distributore di gas naturale in Italia, accelera il suo percorso verso la quotazione in Borsa. La società, controllata dal colosso infrastrutturale F2i sgr con il 63,9% del capitale e partecipata congiuntamente dal fondo pensione olandese APG Asset Management e dal gruppo francese di private equity Ardian con il 36,1%, tramite Finavias sarl, ha infatti previsto di partire con alcuni incontri preliminari con gli investitori a giugno. Leggi tutto

Cap Vert acquista Groupe Vérali

23.05. Cap Vert, gruppo francese specializzato nella potatura, controllato da Ambienta sgr dal 2021, ha finalizzato l’acquisizione di Groupe Vérali, altra società francese specializzata nella potatura in aree prossime a grandi progetti infrastrutturali oltre che nella creazione e manutenzione di spazi verdi urbani. Leggi tutto

Rougj supporta il lancio di Rebeya

21.05. Rebeya, la startup fondata a fine ottobre 2023 per lanciare il nuovo brand di make-up della showgirl italo-argentina Belén Rodriguez, è al 67% di proprietà del produttore italiano di dermocosmetici di alta gamma Rougj, a sua volta controllato al 60% da Made in Italy Fund, fondo di private equity gestito da Quadrivio sgr e Pambianco. Leggi tutto

Recordati, CVC seleziona advisor per opzioni di

valorizzazione della quota

10.05. Qualcosa si muove sul possibile passaggio di proprietà di Recordati. Il fondo CVC Capital Partners e i suoi co-investitori, PSP Investments, StepStone e Alpinvest, che controllano l’azienda farmaceutica quotata a Piazza Affari, sulla quale avevano poi lanciato un’opa andata quasi deserta, avrebbero infatti selezionato due big Usa come advisor, ovvero JP Morgan e Goldman Sachs, per valutare possibili opzioni per valorizzare la partecipazione che detiene nella società milanese, pari al 51,81%, acquisita nel 2018 per 3 miliardi di euro. Leggi tutto

Safety21 prende anche Velocar

21.05. Safety21, software provider italiano specializzato nel settore delle smart road e smart city, controllato dal fondo di private equity BU (Bregal Unternehmerkapital) da ottobre 2021, ha acquisito il 100% di Velocar srl, player nella progettazione di software e IoT dedicati alla Road Safety e Smart Mobility. Leggi tutto

Wise Equity va al controllo di Casa della Piada

17.05. CRM, conosciuta sul mercato della grande distribuzione con il brand Casa della Piada e, più di recente, con il marchio di piadine Gastone (acquisito a fine 2019), ha un nuovo proprietario. Wise Equity, società di gestione del fondo Wisequity VI, ha infatti raggiunto un accordo vincolante per rilevarne la maggioranza, circa il 60%, secondo quanto risulta a BeBeez. Leggi tutto

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PRIVATE EQUITY&SPAC
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PRIVATE DEBT/M&A

CORPORATE FINANCE

Domorental cartolarizza crediti per 62,5 mln

24.05. Domorental, società che opera nel settore del noleggio operativo di beni strumentali, ha lanciato un programma di cartolarizzazione di crediti commerciali derivanti dai contratti di noleggio operativo sottoscritti da Domorental con i propri clienti per un totale massimo di 62,5 milioni di euro. Leggi tutto

Saes Getters, via libera all’opa di SGG Holding 23.05. La Consob ha approvato l’opa volontaria totalitaria su Saes Getters dall’azionista di riferimento SGG Holding, che possiede il 30,11% del capitale e il 46,19% dei diritti di voto. Il periodo di adesione all’offerta, che prevede il pagamento di 26,3 euro per azione, partirà il 27 maggio e si concluderà il 21 giugno. Leggi tutto

CrescItalia, erogati 100 mln euro alle pmi 22.05. CrescItalia, advisor fintech, ha raggiunto quota 100 milioni di euro di finanziamenti erogati alle pmi italiane tramite l’iniziativa CresciCONnoi, nata dalla collaborazione con i Confidi Confidicoop Marche, Confeserfidi e Garanzia Etica. Leggi tutto

Pasolini Luigi lancia minibond da 1,5 mln sul portale Fundera 20.05. Pasolini Luigi srl, società che opera nel settore dell’allestimento di punti vendita settore GDO e fashion retail con sede a Castel Mella (Brescia), ha collocato un nuovo minibond da 1,5 milioni di euro con il supporto dell’arranger Frigiolini & Partners Merchant. Leggi tutto

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Fc Inter, bond scaduto senza novità. Il controllo del club passa a Oaktree

23.05. Niente di fatto sul fronte FC Inter martedì 21 maggio, all’indomani della scadenza del bond PIK da 275 milioni di euro con cedola 12%, sottoscritto tre anni fa da Oaktree, che non è stato rimborsato per il totale di 395 milioni di euro, interessi capitalizzati compresi. Che si stesse andando in questa direzione era risultato peraltro piuttosto chiaro nel corso del weekend. Così il 22 maggio è arrivato il comunicato ufficiale del fondo statunitense, che escuterà il pegno sulle quote del club detenute dall’attuale socio di riferimento Suning, a garanzia del prestito obbligazionario. Si legge nella nota di Oaktree: “A partire dal 22 maggio 2024, i fondi gestiti da Oaktree Capital Management, LP hanno assunto la proprietà di FC Internazionale Milano”. Leggi tutto

CRIF sottoscrive nuova shelf facility da 225 mln $ con pricoa

16.05. Il gruppo bolognese CRIF, il primo nell’Europa continentale nel settore delle credit information bancarie, ha sottoscritto nei giorni scorsi una revolving shelf facility che prevede la possibilità di collocare nei prossimi quattro anni nuovi bond fino a 225 milioni di dollari (pari a oltre 207 milioni di euro) con Pricoa Private Capital, il ramo di private debt del gruppo statunitense PGIM, asset manager della compagnia americana di assicurazioni sulla vita Prudential Financial. Leggi tutto

Da UniCredit 100 mln alle piccole imprese 21.05. UniCredit ha lanciato un nuovo portafoglio da 100 milioni di finanziamenti (Tranched Cover Italia), garantiti dal Fondo di Garanzia per le pmi e gestito da Mediocredito Centrale. Questo strumento è utilizzato dalla banca per agevolare l’accesso al credito delle imprese dal 2014 e ha portato all’erogazione di oltre 3 miliardi a sostegno del tessuto imprenditoriale italiano.

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iVision tech emette minibond per 7 mln euro 20.05. iVision tech, pmi friulana quotata da agosto 2023 e attiva nell’occhialeria, ha emesso due minibond per un totale di 7 milioni di euro. Un primo minibond, a scadenza 7 anni, emesso per un massimo di 5 milioni, è destinato a investitori che potranno sottoscriverlo, per tagli unitari di 10mila euro, sulla piattaforma di crowdfunding Fundera. Leggi tutto

Fedrigoni conclude il collocamento di obbligazioni per 730

mln euro

22.05. Quarta operazione di m&a nel 2024 per Fedrigoni Group, controllato da Bain Capital e BC Partners. Questo mese, poi, il gruppo ha rifinanziato i 365 milioni di euro di bond senior secured a scadenza 2027 e cedola 11% in circolazione emessi dalla controllante Fiber Bidco con l’emissione, sempre da parte di Fiber Bidco, di nuove Senior Secured Fixed Rate Notes per 430 milioni a scadenza 2031 e cedola 6,125%. In paralello è stato completato il rifinanziamento delle vendor notes e del vendor loan di Fiber Midco, controllante di Fiber BidCo, con Toggle Notes Senior Holdco Pay-If-You-Can per 300 milioni a scadenza 2029. Leggi tutto

Lottomatica prezza 900 mln euro di bond in due tranche 15.05. Lottomatica spa, il maggior operatore del mercato italiano di giochi e scommesse, tornato a Piazza Affari un anno fa e ancora controllato da Apollo Global Management, ha prezzato 900 milioni di euro di bond senior secured, di cui 500 milioni con scadenza 1° giugno e 400 milioni con scadenza 1° giugno 2031. Leggi tutto

Il Gruppo Equita sale al 100% di Equita KFinance 15.05. Equita Group ha annunciato l’accordo per acquisire il 30% di Equita KFinance srl, che ancora non possedeva, salendo così al 100% della società di m&a advisory. A vendere sono Giuseppe Renato Grasso e Filippo Guicciardi, che resteranno alla guida del team di professionisti della società, che al termine dell’operazione sarà ribattezzata Equita Mid Cap Advisory. Leggi tutto

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CRISI&RILANCI / NPL

E ALTRI CREDITI DETERIORATI

L'analisi di Cribis sulle dichiarazioni di fallimento a marzo 2024

17.05. Sono 2.104 le imprese italiane che hanno dichiarato fallimento nei primi tre mesi del 2024, un valore in crescita a doppia cifra (+12,6%) rispetto allo stesso periodo del 2023 (1.868), ma in netta diminuzione (-26,61%) rispetto al primo trimestre del 2019. È quanto emerge dall’analisi realizzata da Cribis. Leggi tutto

Cimolai archivia il 2023 con ricavi in linea col 2022 a 290 mln 14.05. Sono positivi i primi effetti derivanti dall’omologa avvenuta all’inizio di ottobre 2023 del piano concordatario di Cimolai. Il bilancio 2023, infatti, si è chiuso con ricavi pari a 290 milioni, in linea col risultato 2022, e con ebitda e utile netto della gestione caratteristica in crescita, rispettivamente, del 15% a 25 milioni e del 105% a 8 milioni. Leggi tutto

Banca Ifis, nel primo trimestre dell'anno cala la redditività degli Npl 13.05. Se in generale per Banca Ifis, tra i principali player italiani nella gestione di portafogli NPL e nel factoring, il primo trimestre del 2024 è andato via senza troppi scossoni, lo stesso non si può dire per l'area che si occupa dei crediti distressed che, sebbene si sia confermata come la più redditizia, ha visto diminuire l’utile netto a 16 milioni. Leggi tutto

Pillarstone punta sul rilancio di alberghi e centri commerciali

09.05. Pillarstone, gestore di fondi specializzato nel rilancio di aziende in difficoltà finanziaria, entra nel mercato real estate, lanciando R&L, un fondo destinato al rilancio di centri commerciali e attività turistiche, in special modo alberghi, da 250 mln di crediti acquisiti. Leggi tutto

NPL, cartolarizzazioni a metà del guado. lo calcola DBRS Morningstar

13.05. All’ultima data di pagamento delle cedole (interest payment date o IPD), quindi ad aprile 2024, sulla base dei rimborsi a fine marzo, il 48% dei business plan relativi alle 37 cartolarizzazioni di NPL italiani monitorate da DBRS Morningstar non erano ancora stati implementati, cioè i crediti sottostanti non erano ancora stati lavorati in alcun modo. I dati a fine marzo confermano buone performance per le GACS post-Covid, mentre le GACS 1.0 restano al palo. Per Banca d'Italia a fine giugno 2023 per ben 11 di queste esisteva la possibilità che la garanzia potesse essere escussa (Insight View disponibile agli abbonati di BeBeez News Premium e BeBeez Private Data). Leggi tutto

Il Tribunale omologa il concordato preventivo di Antress Industry

16.05. Il Tribunale di Modena ha omologato il concordato preventivo di Antress Industry, la società di Carpi (Modena) che opera nel settore dell’abbigliamento e degli accessori donna, sinora principalmente con il marchio Manila Grace, il cui ramo d’azienda lo scorso gennaio è passato ufficialmente sotto il controllo del gruppo Casillo, specialista del kidswear, di proprietà dei fratelli Michele e Vincenzo Casillo, così come annunciato a inizio agosto 2023. Leggi tutto

illimity, balzo dell'utile malgrado la frenata dello

Specialised Credit 13.05. Per illimity il 2024 si è aperto sotto i migliori auspici con l'utile netto balzato del 38% a 10,8 milioni. Ma a differenza di tutti i precedenti periodi, per la prima volta la principale fonte di profitti non è stata la Divisione Distressed Credit, ora ribattezzata Specialised Credit, diretta da Andrea Clamer. Leggi tutto

Axactor chiude il 2023 con 48,5 milioni di euro di ricavi in Italia 10.05. Axactor Italy e la controllata CR Service, parte del gruppo scandinavo Axactor Group ASA, multinazionale specializzata nell’acquisto di portafogli NPL e nella gestione di crediti conto terzi, con piattaforme operative in Finlandia, Germania, Italia, Norvegia, Spagna e Svezia, hanno chiuso il 2023 con 48,5 milioni di euro di ricavi, in crescita del 15% dal 2022. Leggi tutto

La Perla, aperta la procedura di amministrazione straordinaria

14.05. L’azienda di lingerie di lusso La Perla Manufacturing srl intravede la luce in fondo al tunnel con l’apertura della procedura di amministrazione straordinaria decretata dal Tribunale di Bologna. Scongiurata la liquidazione, “la conservazione dell’impresa, pur nella estrema sommarietà delle indicazioni proposte dai commissari, appare allo stato perseguibile alla luce dei plurimi interessamenti pervenuti agli organi delle distinte procedure, che hanno a oggetto anche la componente produttiva (e commerciale-distributiva)”. Leggi tutto

Cherry Bank e Sorec rilevano un portafoglio di NPL da 1,27 mld 09.05. Cherry Bank e Sorec hanno annunciato l’acquisto congiunto di un portafoglio di NPL del valore nominale di 1,268 miliardi di euro di titolarità di veicoli di cartolarizzazione riferiti alla svedese Hoist Finance. L’operazione di mercato secondario riguarda un portafoglio composto da crediti al consumo per un totale di oltre 200mila linee di credito. Leggi tutto

Unicredit toglie il pegno sul 25% delle azioni Financo 03.05. Unicredit ha tolto il pegno sul 25% delle azioni di Financo srl, la holding che fa capo pariteticamente ai quattro rami della famiglia umbra Colaiacovo, al vertice di una galassia di aziende, tra cui le società Colacem (terzo produttore italiano di cemento) e Colabeton (calcestruzzo). Leggi tutto

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ANGELS&INCUBATORS

VENTURE CAPITAL CROWDFUNDING

Il Gruppo Mondadori

lancia PLAI

22.05. Il Gruppo Mondadori ha lanciato PLAI, l’acceleratore di startup con focus sull’intelligenza artificiale, alle quali il gruppo offrirà un campo distintivo di applicazione e uno sbocco industriale sia all’interno della casa editrice sia presso i partner dell’iniziativa. Leggi tutto

La svizzera Cutiss ottiene 25 mln CHF con la guida di Giammaria Giuliani

21.05. La startup svizzera Cutiss ag, specializzata nella medicina rigenerativa della pelle, ha annunciato il primo closing, a quota 25 milioni di franchi svizzeri, del round di finanziamento Serie C aperto lo scorso ottobre con target finale equivalente a 40 milioni di euro. Lo ha guidato GiSev, il family office italo-svizzero di Giammaria Giuliani. Leggi tutto

Arxax riceve 393k euro da Invitalia e NetxGen EU 16.05. Arxax, startup cleantech che riduce le emissioni di CO2 dei veicoli pesanti, ha ottenuto un finanziamento da 393mila euro da Invitalia nell’ambito del programma Smart&Start di Invitalia, cofinanziato dall’Unione Europea-NextGenerationEU. Leggi tutto

Azimut in testa a due club deal per le scaleup Zhero Europe e TES 14.05. Doppietta di investimenti in scaleup europee nel giro di un mese per il gruppo Azimut, che ha annunciato di aver organizzato due club deal di investimento per partecipare agli ultimi round di raccolta di Zhero Europe e di Tree Energy Solutions (TES). Nelle due scaleup sono stati investiti dai due club deal complessivamente 55 milioni di euro. Leggi tutto

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FG2 Capital sigla accordo per acquisire il 10% del capitale di EdiBeez

23.04. FG2 Capital, piattaforma di servizi finanziari che organizza club deal di growth capital assieme ad alcuni family office italiani, ha firmato una lettera d’intenti per acquisire in aumento di capitale, direttamente (in questo caso non tramite club deal), una partecipazione pari al 10% di EdiBeez srl, pmi innovativa, società editrice specializzata in private markets e finanza alternativa, che pubblica BeBeez, BeBeez Magazine, BeBeez International, CrowdfundingBuzz e BeBeez Private Data, il database delle operazioni di private capital italiane. A valle dell’investimento, un rappresentante di FG2 Capital entrerà anche nel consiglio di amministrazione della società. L’operazione si inserisce nell’ambito del nuovo round aperto da EdiBeez lo scorso marzo, per finanziare la crescita italiana e internazionale delle sue testate giornalistiche e dei portali di informazione, che punta a raccogliere un massimo di 500mila euro. Leggi tutto

NeoPhore,

entra Bms e si chiude

L'estensione del round di serie B

23.05. Con l’adesione dell’azienda farmaceutica Bristol Myers Squibb (BMS), NeoPhore, società biotech con sede a Cambridge (Gran Bretagna) guidata dal fondatore scientifico Alberto Bardelli, che si occupa di immuno-oncologia a base di piccole molecole neoantigene, ha chiuso l’estensione del round di finanziamento di serie B aperto nel 2021. Nell’occasione erano stati raccolti 18 milioni nell’ambito di un’operazione guidata dal fondo Claris Biotech I, gestito da Claris Ventures sgr. Leggi tutto

Nasce l'hub LeverBio

16.05. Exor continua a focalizzarsi sulla salute, preparandosi a investire questa volta attraverso Exor Ventures, e alleandosi con Claris Ventures, primo operatore di ventures capital italiano a focalizzarsi sul biotech, per lanciare LeverBio, che è non solo una società di capitali e investimenti bensì una sorta di hub per arrivare a sviluppare farmaci innovativi in Italia.

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Open Venture investe nella piattaforma BlockInvest

14.05. Open Venture, holding di investimento di venture capital focalizzata sul settore B2B, è un nuovo investitore di BlockInvest, la piattaforma sviluppata dalla startup fintech milanese RealHouse srl, specializzata nelle infrastrutture per la tokenizzazione, che collega le istituzioni finanziarie al mondo blockchain.

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newcleo incassa i primi 87 mln della mega-raccolta da un mld

17.05. newcleo, la scaleup italo-britannica che sviluppa innovativi reattori nucleari di IV generazione utilizzando le scorie nucleari come combustibile, fondata e guidata dallo scienziato Stefano Buono, ha chiuso una prima tranche da 87 milioni di euro del mega-round da un miliardo aperto nella primavera 2023 e prevede di chiudere un’altra tranche entro l’estate. Lo ha scritto “Sifted”, citando le dichiarazioni rilasciate da un portavoce della società. La chiusura della prima tranche è arrivata prima del previsto, dato che era attesa entro il primo semestre di quest’anno. Leggi tutto

Alla fintech cripto

CheckSig 2,7 mln

13.05. CheckSig, società italiana attiva sui bitcoin e criptoasset, anche su misura delle esigenze di individui facoltosi e investitori istituzionali, ha chiuso un round di investimento di Serie

A da 2,7 milioni di euro, portando la sua valutazione post-money a 25 milioni di euro. Leggi tutto

NextUp incorpora Sweet Lilium 09.05. NextUp, holding di investimento con sede a Reggio Emilia, che sostiene iniziative imprenditoriali a elevato potenziale, ha incorporato Sweet Lilium. NextUp subentrerà in tutto il patrimonio di Sweet Lilium e quindi nel portafoglio della società che conta sei partecipazioni, che vanno ad aggiungersi alle 11 già presenti nel portafoglio di NextUp, per un totale quindi di 17. Leggi tutto

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Porta San Giovanni Social Court, al via il social housing da 6 mln 20.05. Nella parte ovest del nascente complesso immobiliare di Porta San Giovanni Valdarno si sta costruendo un intervento sperimentale denominato “Porta San Giovanni Social Court” promosso dal FHT. In corso di costruzione e destinati alla locazione a canone convenzionato con il Comune di Arezzo ci sono 32 nuovi alloggi, per la cui realizzazione è previsto un investimento di circa 6 milioni. Leggi tutto

Merope aprirà un resort di lusso a Roma con Mandarin Oriental 20.05. Merope Asset Management aprirà insieme a Mandarin Oriental una struttura di hospitality di lusso a Roma, nell’area che ospita i dieci cosiddetti villini sallustiani. Merope aveva acquisito questo portafoglio di trophy asset nel 2021 da Colony Capital per circa 100 milioni di euro. Leggi tutto

Statuto rileva il Six Senses Ibiza da Metric Capital Partners 20.05. Gruppo Statuto ha finalizzato l’acquisizione dell’hotel di lusso SIx Senses Ibiza dal private equity Metric Capital Partners, che vi aveva investito nel 2017. Si tratta della seconda operazione realizzata da Statuto negli ultimi mesi sull’isola spagnola. Leggi tutto

In arrivo 4 nuove RSA per Sereni Orizzonti 13.05. Il gruppo friulano Sereni Orizzonti spa, che fa capo a Massimo Blasoni tramite SO Holding spa, sta rilevando quattro residenze per anziani, che vanno ad aggiungersi alle ottanta possedute e gestite in Italia e Spagna. Leggi tutto

Academo ottiene 215 mln per il nuovo Campus dell’Università di Milano

22.05. BEI e CDP hanno concesso un pacchetto di finanziamenti da 215 milioni di euro complessivi ad Academo srl, la società di progetto costituita dal colosso australiano del real estate Lendlease e dal Fondo Equiter Infrastructure II-Infrastrutture, Innovazione, Impatto by Ersel, fondo infrastrutturale gestito da Ersel Asset Management sgr e di cui Equiter è advisor esclusivo, a cui l’Università degli Studi di Milano ha affidato la concessione per la progettazione, costruzione e gestione del Campus scientifico e tecnologico che sorgerà nell’area MIND-Milano Innovation District. Il nuovo Campus sarà a regime entro la fine del 2027, accoglierà oltre 23mila persone tra studenti, ricercatori docenti e staff e si svilupperà su una superficie costruita di 190mila mq con laboratori per la ricerca avanzata, oltre 8mila mq di biblioteca, auditorium e spazi comuni. Leggi tutto

Coima annuncia nuove nomine e punta a 12 mld di patrimonio entro il

2026

21.05. Il gruppo Coima ha annunciato un’ampia riorganizzazione delle governance e del management, con innesto di figure di spicco, contestualmente alla presentazione del nuovo Piano strategico triennale 2024-2026, che punta a un patrimonio in gestione a oltre 12 miliardi entro il 2026. Coima Holding controlla tutte le società operative Coima REM, Coima sgr e Coima HT. Le novità riguardano in primo luogo il development e property manager Coima REM, che vede l’ingresso di Ferruccio Resta (in foto) nel cda come consigliere indipendente. Leggi tutto

AEW completa lo sviluppo di asset logistico a Bascapè

21.05. AEW, piattaforma di gestione immobiliare di Natixis Investment Managers, ha completato lo sviluppo di un asset logistico prime di classe A di 92mila mq situato a sud di Milano nel comune di Bascapè (Pavia), ed acquisito off-market nel 2021 per conto di Logistis. Il progetto è già stato interamente affittato a Il Gigante. Leggi tutto

Nello shopping mall Parma Retail entra Primark 20.05. Mentre proseguono i lavori di trasformazione nello shopping center Parma Retail, che a novembre 2022 ha cambiato proprietà in seguito all’acquisizione della società di investimento e sviluppo immobiliare SignalEurofund, entra il retailer internazionale di moda Primark. Il centro commerciale sarà trasformato nella Parma Promenade. Leggi tutto

Phinance Partners lancia programma di securitization immobiliare da 50 mln

21.05. Phinance Partners spa, fondata e guidata dal managing partner Enrico Cantarelli (in foto) ha strutturato un nuovo programma di cartolarizzazioni immobiliari sulla base dell’art. 7.2 della legge 130/99, che sarà condotto attraverso il veicolo Absolute RE spv srl, spv già attivato da Phinance nel 2022 per cartolarizzare special situation immobiliari. Nell’ambito del programma, Absolute RE spv potrà emettere in futuro differenti serie costituite da più classi di titoli asset-backed fino a un ammontare massimo di 50 milioni a fronte dell’acquisto di altri asset immobiliari. Leggi tutto

Castello San Giorgio a Portofino passa per 66 mln euro a Fort Partners 15.05. Per 66,4 milioni di euro la proprietà di Castello San Giorgio a Portofino, anche noto come Villa San Giorgio, sarebbe passata dalla famiglia di assicuratori genovesi Garrè alla società Fort Partners, franchisee della catena alberghiera Four Seasons per la Florida e altre località. Leggi tutto

Wikicasa compra il 51% di Dokicasa

14.05. La proptech Wikicasa, che gestisce i portali di annunci Casaclick.it, Commerciali.it e Wikicasa.it, ha comprato la maggioranza (51%) della torinese Dokicasa. Wikicasa è partecipata dai quattro principali gruppi immobiliari italiani per numero di agenzie sul territorio: Gruppo Gabetti, Tecnocasa Group, Re/ Max e Tempocasa. Leggi tutto

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REAL ESTATE
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PRIVATE

CAPITAL E REAL ESTATE NEL MONDO

KKR privatizzerà

IQGeo in un accordo da 316 mln sterline

20.05. La società di private equity KKR privatizzerà il gruppo britannico IQGeo Group in un accordo da 316 milioni di sterline (396,04 milioni di dollari). %. Il veicolo Geologist Bidco Limited, interamente posseduto da fondi gestiti da KKR, pagherà 480 pence in contanti per ogni azione di IQGeo. Leggi tutto

PlayAGS passerà a Brightstar Capital Partners per 1,1 mld $ 20.05. PlayAGS sarà acquisita dalle affiliate della società di private equity Brightstar Capital Partners, con un accordo valutato 1,10 miliardi di dollari. Brightstar investe in attività industriali, manifatturiere e di servizi. In base all’accordo, gli azionisti di PlayAGS riceveranno 12,50 dollari per azione in contanti. Leggi tutto

OKX Ventures ha concluso 31 operazioni nel primo trimestre dell'anno 17.05. OKX Ventures, il braccio di investimento con sede a Singapore dell’exchange di criptovalute e società di tecnologia Web3 OKX, ha annunciato di aver concluso 31 operazioni nel primo trimestre del 2024. Le principali aree di investimento sono state le infrastrutture, l’intelligenza artificiale e la DeFi. Leggi tutto

Seven Seven Six si assicura 186,6 mln $ per due veicoli 15.05. Seven Seven Six, una società di venture capital tecnologica con sede a Jupiter, Florida, si è assicurata 186,6 milioni di dollari per due fondi, 776 Fund III LP e 776 Arete Fund II LP, che stanno raccogliendo cumulativamente un totale di 520 milioni di dollari. Leggi tutto Leggi

Raccolta in calo a 133 mld nel 2023 per i fondi di pe, growth e venture

13.05. Le società europee di private equity, growth e venture capital hanno raccolto 133 miliardi di euro per i loro fondi nel 2023, in calo rispetto all’eccezionale risultato del 2022 di 195 miliardi di euro e dai 141 miliardi del 2021, ma comunque ben al di sopra dei livelli pre-Covid. In calo a 100 miliardi di euro anche gli investimenti, spalmati su 8.391 società: nel 2022 i fondi avevano investito ben 134 miliardi su 9.079 società e nel 2021 addirittura 149 miliardi su 9.488 società. In questo caso l’attività è comunque rimasta in linea con i livelli pre-Covid. Sono i principali dati che emergono dal report annuale di Invest Europe, l’associazione che rappresenta i settori europei del private equity, del venture capital e delle infrastrutture e i loro investitori, pubblicati lo scorso venerdì 10 maggio (si veda qui l’intero report). Leggi tutto

Silver Lake crea il fondo più grande della sua scuderia

09.05. Silver Lake, il gruppo di private equity focalizzato sulla tecnologia dietro Dell ed Endeavour, ha raccolto il suo fondo più grande fino ad oggi spostando la sua attenzione sulle grandi acquisizioni e bloccando le scommesse di piccole dimensioni che ritiene abbiano fallito negli ultimi anni. Il gruppo con sede negli Stati Uniti ha raccolto infatti 20,5 miliardi di dollari per il suo settimo fondo di private equity. . Ciò supera i 20 miliardi di dollari raccolti per un veicolo lanciato nel 2021. Leggi tutto

Closing per l’Astorg VIII a 4,4 mld euro

16.05. Astorg, una delle principali società di private equity paneuropee, annuncia la fine della raccolta fondi per il suo veicolo di punta, Astorg VIII, con 4,4 miliardi di euro, rendendolo il più grande fondo di punta della società fino a oggi. Inoltre Astorg ha allargato il suo comitato esecutivo Judith Charpentier, Lionel de Posson e Benjamin Cordonnier.

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Un consorzio guidato da Blackstone punta su Haldiram’s

15.05. Un consorzio che comprende Blackstone, il fondo statale di Singapore GIC e l’Abu Dhabi Investment Authority (ADIA) è in trattative con l’indiana Haldiram’s per una quota di maggioranza nel suo business degli snack per una valutazione fino a 8,5 miliardi di dollari. Haldiram’s conta più di 150 ristoranti che vendono cibo locale, dolci e cucina occidentale. Leggi tutto

Mubadala capital vuole investire 13,5 mld $ nei biocarburanti brasiliani

07.05. Mubadala Capital, la consociata interamente controllata dall’investitore sovrano di Abu Dhabi Mubadala Investment Company, prevede di investire 13,5 miliardi di dollari nel settore dei biocarburanti in Brasile nel prossimo decennio. Il responsabile del Brasile di Mubadala Capital ha dichiarato in un’intervista al “Financial Times” di Londra che la mossa fa parte dei piani più ampi di Abu Dhabi per il gigante latinoamericano, che include la creazione di una nuova Borsa. Leggi tutto

La startup Wiz ottiene 1 mld dollari

14.05. Wiz, una startup statunitense-israeliana fornitrice di soluzioni di sicurezza informatica cloud, ha raccolto 1 miliardo di dollari in un round di finanziamento privato guidato da Andreessen Horowitz, Lightspeed Venture Partners e Thrive Capital, valutando la società fondata quattro anni fa 12 miliardi di dollari. Leggi tutto

Prima turbina eolica nel parco offshore Baltic Eagle

10.05. La prima di un totale di 50 turbine eoliche è stata installata con successo nel parco eolico offshore Baltic Eagle da 476 MW, una joint venture tra Abu Dhabi Future Energy Company-Masdar, la centrale elettrica di energia pulita degli Emirati Arabi Uniti, e Iberdrola, azienda leader mondiale nell'energia pulita. Leggi tutto

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L'Algebris Green Transition Fund compra il 40% di OpenEconomics

17.05. L’Algebris Green Transition Fund acquisirà una partecipazione di circa il 40% in OpenEconomics srl, società italiana che supporta istituzioni e grandi imprese nella valutazione di politiche e investimenti per la lotta ai cambiamenti climatici. Leggi tutto

Unidata, il sistema di fibre ottiche nel Mar Tirreno in funzione nel 2025 13.05. Sarà pronto nel secondo trimestre del 2025 il nuovo sistema di fibre ottiche sottomarine nel mare Tirreno di circa 900 chilometri sviluppato da Unidata con il supporto del Fondo IPC di Azimut Libera Impresa sgr, attraverso la newco Unitirreno Submarine Network. Leggi tutto

Davines si assicura un "prestito verde" da 10 mln 30.04. L’azienda parmigiana specializzata nel settore della cosmetica professionale per l’haircare e per lo skincare Davines spa ha incassato un green loan da 10 milioni di euro da Crédit Agricole Italia finalizzato all’acquisto di un immobile che consentirà una migliore gestione della logistica. Leggi tutto

Chiron Energy ottiene un green loan da 30 mln

26.04. Chiron Energy SPV 16 srl, società veicolo detenuta da Chiron Energy Capital spa, gruppo indipendente controllato dalla famiglia Pesaresi che sviluppa e gestisce impianti generatori di energia da fonti rinnovabili, ha incassato un green loan project financing da 30 milioni di euro grazie a UniCredit e BPER, con garanzia SACE. Leggi tutto

Verdalia Bioenergy rileva sette impianti di biometano

22.05. Verdalia Bioenergy, piattaforma lanciata da Goldman Sachs a febbraio 2023 per investire oltre un miliardo di euro in Europa entro il 2026 nel settore del biometano, ha acquisito un portafoglio di sette impianti operativi nel bresciano per la produzione di biometano dai fondi controllati da Green Arrow Capital e da Lazzari & Lucchini, azienda specializzata nella produzione di energia da fonti rinnovabili e sostenibili. Il portafoglio è costituito da impianti con una capacità produttiva complessiva di circa 190 GWh di biometano derivante dal trattamento di 350mila tonnellate di materie prime all’anno, con la possibilità di ampliare tali volumi di oltre il 50%. Leggi tutto

Covivio Hotels prezza un green bond da 500 mln

21.05. Covivio Hotels, partecipata di Covivio, l’operatore immobiliare quotato a Parigi controllato dalla Delfin della famiglia Del Vecchio, ha emesso, con successo, un green bond da 500 milioni di euro, con scadenza maggio 2033. La sottoscrizione è stata quasi quadrupla, a dimostrazione della forte fiducia degli investitori. I proventi saranno utilizzati per finanziare o rifinanziare il portafoglio di hotel green del gruppo, contribuendo agli obiettivi di sostenibilità dell’azienda e rafforzare il suo bilancio. Leggi tutto

Alperia chiude il collocamento di un nuovo green bond da 250 mln 23.05. Alperia, multiutility controllata dalle amministrazioni dell’Alto Adige, ha chiuso anticipatamente il collocamento di un nuovo green bond (il sesto) da 250 milioni di euro avendo raggiunto l’ammontare massimo dell’offerta in poche ore. L’emissione è la prima di Alperia ad essere estesa anche alla clientela retail. Leggi tutto

BiogaServizi e SWIFT 2 lanciano Ringas 16.05. Il fondo francese SWIFT 2 e BiogaServizi, società triestina attiva nella gestione “full service” di impianti di digestione anaerobica di biomasse per la produzione di biogas e biometano, hanno annunciato la costituzione di Ringas e la sua contestuale acquisizione di sei impianti. Leggi tutto

Illumia acquisisce il 100% del veicolo DS Italia 3

10.05. Illumia, società bolognese di distribuzione al dettaglio di luce e gas controllata dal Gruppo Tremagi, ha acquisito il 100% della società veicolo DS Italia 3, che sta sviluppando due progetti di energia rinnovabile in Basilicata, nel Comune di Genzano di Lucania (Potenza). A vendere è la spagnola DVP Solar, società che sviluppa progetti fotovoltaici ed è stata costituita nel 2021 come joint venture tra Prodiel, multinazionale spagnola, ed Everwood Capital, fondo di private equity anch’esso spagnolo. Il progetto più avanzato prevede la realizzazione di un impianto agrivoltaico, già giunto alla fase di "ready to build". Leggi tutto

HIP si affida a Lemon Sistemi 02.05. Hotel Investment Partners (HIP), società leader proprietaria di resort hotel nel sud Europa controllata da fondi gestiti da Blackstone, ha affidato a Lemon Sistemi, quotata a Euronext Growth Milan, la realizzazione di due impianti fotovoltaici in Sardegna da 73 kWp e 219 kWp su strutture gestite da Mangia’s del gruppo Aeroviaggi spa. Leggi tutto

Crédit Agricole rifinanzia

AREEF 2

30.04. REEF 2, SICAF immobiliare italiana multicomparto gestita da Prelios sgr e promossa da Ardian Real Estate European Fund, ha rifinanziato con un green loan da 50 milioni di euro erogato da Crédit Agricole CIB (filiale di Milano) due immobili di pregio ubicati a Milano. Leggi tutto

GREENBEEZ
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Carlo Barbarisi si occuperà dello sviluppo europeo della tedesca SVI

La tedesca STS Verification International GmbH ha nominato Carlo Barbarisi nel ruolo di senior advisor con responsabilità di sviluppo del mercato europeo. SVI è un cosiddetto Third-Party-Verifier per l’intera Unione europea, ovvero un verificatore indipendente della coerenza ai paramenti STS delle cartolarizzazioni. Leggi tutto

Sagitta sgr cala il tris Sagitta sgr rafforza la sua struttura inserendo tre figure senior in ruoli che l’sgr definisce chiave. Si tratta di Paolo Trecarichi Bianco, in qualità di ESG manager, Riccardo Paulotto, quale fund manager

Direct Lending e Structured Finance senior manager, e di Andrea Camesasca, nel ruolo di Portfolio Management senior manager. Leggi tutto

Cresce il team special situation & UTP di I-law

I-law Studio Legale ha deciso di rafforzarsi nell’ambito delle special situation e degli UTP, con l’ingresso di un team di otto avvocati. La divisione è dedicata ad attività giudiziali e stragiudiziali, aventi per oggetto crediti NPL e UTP di grande taglia nei confronti di aziende. Il nuovo team è guidato dell’avvocato Lorenzo Marcello del Majno (in foto). Leggi tutto

Cambio della guardia e conferme in Banca Finint

L’assemblea degli azionisti di Banca Finint ha sancito il cambio della guardia, con Lucio Izzi nuovo ad e l’ex ceo Fabio Innocenzi nominato vicepresidente esecutivo con delega a iniziative strategiche e operazioni straordinarie. I soci hanno anche eletto il nuovo cda, confermando presidente Enrico Marchi. Leggi tutto

Franco Bernabè diventa consulente di AlixPartners

17.05. La società di consulenza internazionale AlixPartners ha nominato nel ruolo di nuovo senior advisor Franco Bernabè, che grazie alla sua lunga esperienza di manager con prestigiosi incarichi in ambito industriale e finanziario andrà a rafforzare il team italiano. In particolare, Bernabè andrà a supportare il team nelle operazioni straordinarie di m&a e private equity, e nella gestione di complesse ristrutturazioni aziendali e finanziarie. Ex chief economist Fiat, ex ceo ENI e Telecom Italia, tra gli altri, Bernabè è oggi presidente di Acciaierie d’Italia, presidente di Finint Infrastructure sgr e presidente di DRI D’Italia. Leggi tutto

L’ad di Microsoft italia, Vincenzo Esposito, advisor in Quadrivio

14.05. Vincenzo Esposito, amministratore delegato di Microsoft Italia, è nuovo senior advisor di Quadrivio Group, nell’ambito di un accordo di partnership tra il colosso Usa del software e l’asset manager di fondi di private equity, al fine di supportare e accelerare il processo di transizione tecnologica e di adozione di sistemi di AI da parte del gruppo e dei suoi quattro fondi. Leggi tutto

GBL apre una sede a Milano. La guida

Luca Bucelli Groupe Bruxelles Lambert (GBL) ha annunciato l’apertura della sede di Milano e l’ingresso di Luca Bucelli come investment partner. Bucelli aveva lasciato a inizio aprile la guida in Italia di Tikehau Capital. Il manager ha iniziato la sua carriera nel 2004 presso Lehman Brothers a Londra e Milano, per poi passare ad AlixPartners. Leggi tutto

Pecori Giraldi e Raganelli nel nuovo cda di Armonia sgr

14.05. Armònia sgr, asset manager di fondi di private equity, ha nominato il nuovo cda, che vede due ingressi eccellenti. Si tratta di Galeazzo Pecori Giraldi, banchiere con un lungo passato ai vertici europei di Morgan Stanley e Société Générale, e di Biancamaria Raganelli, professoressa di Diritto dell’Economia e dei Mercati Finanziari all’Università di Tor Vergata e al master in Procurement Management/Anticorruption presso la stessa Universita. Leggi tutto

PERSONE

Zeno Pellizzari head of M&A di Di Luccia & Partners Di Luccia & Partners

Executive Search ha nominato Zeno Pellizzari nel ruolo di senior partner e head of M&A. Pellizzari ha un passato di 16 anni come top manager nel gruppo Mondadori, prima come head of M&A e poi come general manager di Mondadori International, e prima ancora nell’investment banking di Barclays. Leggi tutto

Alessandro Soprano entra in KPMG Corporate Finance

Alessandro Soprano entra a far parte del team Corporate Finance di KPMG. Si tratta di un ritorno, visto che era già stato in KPMG nei primi anni del suo percorso professionale. Soprano, che arriva da Houlihan Lokey, in qualità di partner ricoprirà il ruolo di co-head dei servizi di M&A nei settori Consumer & Industrial Market e delle Tecnologie. Leggi tutto

Gianluca Gorlani ad di Milano Investment Partners Milano Investment Partners sgr, società di gestione specializzata in venture capital fondata da Paolo Gualdani e da Angelo Moratti, ha nominato nuovo amministratore delegato Gianluca Gorlani, mentre Gualdani sarà vicepresidente, con Angelo Moratti che resta presidente. Gorlani arriva dalla divisione Private Banking di Mediobanca. Leggi tutto

37 IMPRESE Leggi qui tutte le news di imprese

ARTE&FINANZA

La vita s’impara

Di Corrado Augias - Edizioni

Einaudi. Alla soglia dei novant’anni, dopo aver affascinato i suoi lettori con i segreti della storia, della musica e della religione, Corrado Augias racconta l’avventura di una vita, la sua. E con grande talento di narratore, evoca l’infanzia in Libia, il ritorno a Roma, l’incubo dell’occupazione tedesca, i primi passi nel giornalismo. Leggi tutto

Le mappe del tesoro

Di Paolo Gila e Maurizio Mazziero - Edizioni Hoepli. Il testo trasporta il lettore in un viaggio avvincente al cuore delle dinamiche globali che definiscono il valore fondamentale delle materie prime per l’economia e per la geopolitica. Che cosa accade quando le superpotenze mondiali si scontrano per il controllo di queste risorse vitali? Leggi tutto

La crisi del capitalismo democratico

Di Martin Wolf - Edizioni Einaudi. Come argomenta l'autore, firma di punta del “FT” e una delle voci più autorevoli dell’economia mondiale, il capitalismo democratico è ancora, pur con le sue fragilità e le sue ombre, il sistema migliore per garantire il benessere del genere umano. Leggi tutto

Profitto. Storia delle grandi aziende dall’antica Roma a Meta Di William Magnuson - Edizioni Il Saggiatore. L’autore traccia il percorso delle corporation nei secoli: dai palazzi dell’antica Roma alle navi della Compagnia delle Indie, dalle multinazionali del petrolio ai colossi della Silicon Valley. Tra intenti filantropici e spietato desiderio di guadagno, Magnuson racconta le sorti di banchieri, pirati, uomini d’affari e imprenditori digitali tra interessi personali e benessere comune. Leggi tutto

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In calo del 36% a 1,3 mld $ il fatturato delle

aste nel mondo nel primo trimestre. Lo calcola artprice

25.05. Il fatturato complessivo delle principali case d'asta mondiali nel primo trimestre 2024 si è limitato a 1,3 miliardi di dollari, in calo del 36% rispetto al dato del primo trimestre 2023. Lo ha calcolato Artprice, sottolineando che invece il numero di lotti è rimasto sostanzialmente inalterato (162mila, in calo di solo l'1% dal primo trimestre 2023) e che il numero dei lotti che sono stati aggiudicati per una cifra a sette cifre (quindi almeno 10 milioni di dollari) sono stati soltanto 142 contro i 261 del primo trimestre 2023. In particolare, i dieci migliori risultati del primo trimestre sono stati tutti realizzati a Londra lo scorso marzo, sei da Christie's e quattro da Sotheby's. Sul primo fronte ricordiamo i 43 milioni di dollari per "L'Ami Intime" di René Magritte, i 25,1 milioni di dollari per il "Landscape near Malabata, Tangier" (1963) di Francis Bacon e i quasi 24 milioni di dollari per "California", uno dei primi dipinti di David Hockney. Quanto alle aste di Sotheby's, i quattro risultati migliori hanno riguardato opere di Pablo Picasso ("Homme à la pipe", 17,5 milioni), Claude Monet ("Arbres au bord de l'eau, printemps à Giverny", 9,87 milioni), Paul Signac ("Saint Tropez. Le rayon vert", 9,87 milioni) e ancora Francis Bacon ("Study of George Dyer", 8,7 milioni). Peraltro il 2023 a sua volta non è stato un grande anno. Leggi tutto

I nudi femminili di Modigliani e le quotazioni ottenute 20.05. Il 1917 per Amedeo Modigliani è l’anno dei nudi, con risultati straordinari rispetto a quelli ottenuti solo pochi mesi addietro. Nell’articolo sono riportate le cifre toccate in asta dai vari “Nudi”, con Il picco massimo raggiunto nel 2015 dal "Nudo rosso" a 170,405 milioni di dollari. Leggi tutto

“Ungaretti e l’arte del vedere” a Firenze 19.05. Tornabuoni Arte, nella sua sede di Firenze, presenta la mostra “Pittura e poesia. Ungaretti e l’arte del vedere”, visitabile fino al 12 luglio, che celebra la convergenza tra letteratura e arti visive, nella figura del poeta Giuseppe Ungaretti, rendendogli omaggio con una selezione di opere di artisti che frequentò e sui quali scrisse. Leggi tutto

"Polaroid Party, noi gente del design ’80 e ’90" a Milano fino al 10 giugno 12.05. Un grande ritratto del design italiano e della creatività milanese e internazionale negli anni ’80 e ’90, dal titolo "Polaroid Party, noi gente del design ’80 e ’90", è in mostra all’ADI Design Museum di Milano fino al 10 giugno. Tra il 1980 e il 2000 Davide Mercatali ha scattato più di 4mila Polaroid. Leggi tutto

La "Romagna sfigurata" di Silvia Camporesi in mostra a Forlì 12.05. Per ricordare l‘alluvione che ha colpito la Romagna nel maggio 2023, le sale espositive del Palazzo del Monte di Pietà, sede della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, ospitano fino al 16 giugno la mostra “Romagna sfigurata” della fotografa forlivese Silvia Camporesi. Leggi tutto

LIBRI

ARTE&FINANZA

LIBRI

Il coraggio di provarci

Di Cristina Scocchia - Edizioni

Sperling & Kupfer. In un contesto in cui per i giovani, le donne, le persone senza spalle coperte è sempre più difficile arrivare a posizioni apicali, quale percorso ha permesso a Cristina Scocchia di diventare amministratore delegato a 40 anni e di ricoprire poi questo ruolo per ben tre volte? L'autrice lo racconta in questo libro. Leggi tutto

Un servizio pazzesco

Di Will Guidara - ROI edizioni. L'autore aveva 26 anni quando ha preso il timone dell’Eleven Madison Park, una brasserie a due stelle che aveva difficoltà a crescere. Undici anni dopo, l’EMP è stato nominato miglior ristorante del mondo. La sua ricetta per il successo è stata mettere al centro di tutto un servizio memorabile e personalizzato. Leggi tutto

Le condizioni economiche per la pace

Di Emiliano Branca - Edizioni Mimesis. Innovatore del pensiero economico critico, Brancaccio indica una via per l’allentamento delle tensioni militari. In assenza di “condizioni economiche per la pace”, le contraddizioni capitalistiche mondiali ci sospingono verso il buio di una guerra su larga scala. Leggi tutto

Intreccio mortale

Di Gianfranco Manes - Edizioni Diarkos. Con questa terza opera letteraria l’autore fiorentino, che "BeBeez" ha incontrato, torna a intersecare una storia di spionaggio, ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale, con la fisica. La guerra raccontata da Manes riecheggia fatti bellici, bombardamenti e campi di battaglia ma evidenzia il ruolo dei protagonisti che si confrontano affrontando rischi mortali. Leggi tutto

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Smart Consulting group lancia Smart+ insieme a Martani e Monachini

08.05. Smart Consulting Group (SCG), società di consulenza nel settore dell’entertainment e dell’audiovisivo, con focus sul reperimento e la gestione di tax credit e fondi pubblici a sostegno del settore, ha lanciato Smart+, con l’obiettivo strategico di offrire servizi di project financing, strategic business affair e project administration per le imprese del settore cinematografico e audiovisivo. Alla nuova realtà partecipano anche Mauro Martani e Mauro Monachini, entrambi con un passato in Fremantle Italia. Leggi tutto

Pari opportunità, dal 7 al 9 giugno "Il Diritto di Suonare" a Milano

12.05. Dal 7 al 9 giugno, Milano ospiterà il primo festival sulle pari opportunità di genere nella musica classica dal titolo “Il Diritto di Suonare”. L’evento di punta si terrà sabato 8 giugno alle ore 20.30 al Teatro dal Verme, con l’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala, sotto la direzione della giovane e talentuosa maestra Glass Marcano (in foto), la prima direttrice di colore a salire sul podio milanese. Leggi tutto

Costas Tsoclis

alla Galleria il Ponte sino al 26 luglio

19.05. La Galleria il Ponte di Firenze ha inaugurato il 17 maggio l'ultima mostra della stagione, “Costas Tsoclis. Una retrospettiva, 19592022”, a cura di Bruno Corà, che resterà aperta fino al 26 luglio, e contestualmente ha presentato il catalogo generale, curato da Chrysanthi Koutsouraki. Leggi tutto

"Ebrei nel Novecento italiano" è al MEIS di Ferrara fino al 6 di ottobre 12.05. Il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah-MEIS di Ferrara ospita fino al 6 ottobre l’esposizione “Ebrei nel Novecento italiano”. La mostra offre un racconto dettagliato della storia e dei modi di vivere degli ebrei italiani dalla fine del XIX a tutto il XX secolo. Leggi tutto

Dopo una disputa durata 30 anni, Villa La Pietra resta alla NYU

04.05. Dopo quasi trent'anni di braccio di ferro giudiziario, l'ingente patrimonio di Sir Harold Acton è stato assegnato dal Tribunale di Firenze alla New York University (NYU), dichiarata proprietaria di Villa La Pietra, sede del campus fiorentino dell'università americana e prima ancora dimora dello scrittore, storico e collezionista d'arte britannico, e dichiarata proprietaria di tutti i beni che fanno capo alla dimora, grazie dallo studio legale internazionale Hogan Lovells. Leggi tutto

"Napoli Ottocento" alle Scuderie del Quirinale 11.05. Tra le sale delle Scuderie del Quirinale di Roma è protagonista la città di Napoli con la mostra “Napoli Ottocento”, aperta fino al 16 giugno, che celebra un lungo secolo di storia in cui la città ha suscitato e prodotto incredibili visioni, potenti pensieri che hanno pervaso arte, architettura, scienza, moda e costume. Leggi tutto

"Viaggio a colori" con Manuele Fior a Pisa fino al 1° settembre 05.05. Le tavole originali realizzate per alcune delle opere più conosciute di Manuele Fior, illustratore oggi tra i più apprezzati sulla scena internazionale, sono il cuore della mostra “Manuele Fior. Viaggio a colori", a cura di Giorgio Bacci, a Palazzo Blu di Pisa fino al 1° settembre. Leggi tutto

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